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Pensioni, meno soldi a chi vive più a lungo: la decisione fa discutere

Pubblicato: 21/09/2023 10:06

Non tutti invecchiano allo stesso modo, e non tutti invecchiano ugualmente a lungo. È un dato di fatto: pur arrivando tutti all’età pensionistica, non tutti vivremo la “stagione del riposo” allo stesso modo e non tutti vivremo a lungo alla stessa maniera. Questo secondo aspetto in particolare è stato analizzato a fondo dall’Inps, che ora propone di ricalcolare gli emolumenti pensionistici ed il coefficiente di trasformazione (sul sito dell’istituto viene spiegato come si calcola attualmente) tenendo conto di che lavoro si è fatto nella vita e della speranza di vivere molti anni dopo la pensione.

Il coefficiente di trasformazione: la modifica per evitare iniquità

Aver lavorato per 40 anni in un’industria fondiaria non causa le stesse ripercussioni fisiche di un lavoro d’ufficio: vivere i 70 anni dopo aver passato la vita a tendere il proprio fisico verso sforzi sempre maggiori non garantirà le stesse possibilità di lunga sopravvivenza, o anche solo di una sopravvivenza di qualità. Analogamente, vivere in campagna e all’aria aperta garantisce una salvaguardia dell’organismo -al netto di cure e auto tutele di base- maggiore di vivere in una città con valori di smog ed inquinamento altissimi. Secondo le analisi dell’Inps, ad esempio, un lavoratore della fascia bassa di reddito vive in media 5 anni in meno rispetto ad un pensionato del Fondo Volo, quello che elargisce le pensioni ai piloti. Analogamente, ci sono regioni come le Marche e Umbria in cui si verifica per i pensionati maschi una longevità record, mentre per le donne ciò si verifica in Trentino Alto Adige. Campania e Sicilia invece non promettono, numeri alla mano, una speranza di vita altrettanto florida.

Operaio o pilota: una vita diversa, un pensionamento diverso

Di fatto però tutti ricevono un emolumento stabilito dai medesimi criteri, e aumentato con un coefficiente di trasformazione che è uguale per tutti. Per l’Inps, ciò renderebbe il trattamento dei pensionati iniquo, perché paragonerebbe la vita di un insegnante a quella di un operaio metalmeccanico e ciò non sarebbe giusto. La proposta dell’Inps, riporta il messaggero, è quella di variare il coefficiente di trasformazione tenendo conto di criteri quali la speranza di vita, il luogo di residenza e l’occupazione. Non si tratta di un calcolo facile, però: non tutti fanno lo stesso lavoro per tutta la vita, vivendo nello stesso posto, con le stesse condizioni di cura e salute.

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2023 11:12