
Se lo Stato italiano aveva in mente di riprendersi un po’ dei soldi di Silvio Berlusconi, ha sbagliato. L’ex Cavaliere sapeva gestire le finanze, questo si sa, e lo ha fatto anche quando ha dovuto salvaguardare i suoi figli: poca liquidità, poche proprietà, ma molti investimenti aziendali. E, sugli investimenti, le tasse non si pagano.
Poche proprietà, tanto patrimonio d’azienda: il segreto di Silvio Berlusconi
La somma delle proprietà immobiliari di Silvio Berlusconi, passata ai figli, ammonta a 35 milioni: si parla di 3 ville ed un box a Trieste che un cittadino gli aveva lasciato in eredità).
Il patrimonio berlusconiano è ben altro ed è equivalente a 423 milioni di euro che corrispondono alle holding che controllano il 61,2% della Fininvest.
Gli eredi dovranno pagare 81mila euro di imposta di registro ma, per quanto riguarda l’imposta di successione, chiederanno l’esenzione per i 423 milioni.
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Nessuna imposta sui rami d’azienda, ma a una condizione
Il testo unico sulla successione del 1990 impone infatti che “I trasferimenti…. a favore dei discendenti e del coniuge, di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni non sono soggetti all’imposta… a condizione che gli aventi causa proseguano l’esercizio dell’attività d’impresa o detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni”.
Per quanto riguarda i 35 milioni di proprietà, ci sarà probabilmente da pagare il 4% di imposte, ovvero 1,4 milioni di euro. C’è un ma: la legge prevede che ci sia una franchigia di un milione a testa, di cui gli eredi Berlusconi potrebbero decidere di usufruire.
Diversa la situazione per Marcello Dell’Utri, Marta Fascina e Paolo Berlusconi: loro dovranno pagare l’8% di imposta di successione.