
Il ministro del lavoro Calderone ha annunciato l’anticipo della rivalutazione 2023 degli assegni pensionistici. Per venire incontro con immediatezza alle difficolta dovute agli aumenti dei prezzi, in particolare per i ceti meno abbienti dopo la carta “Dedicata a te” e il carrello tricolore del trimestre antinflazione si pensa di intervenire anche direttamente sulle pensioni con un anticipo contabile.
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Cosa cambierà?
Come noto ogni anno a gennaio INPS adegua gli importi degli assegni all’inflazione dell’anno precedente: la rivalutazione avviene in parte con una stima quest’anno misurata nel 7,3% e in parte nel gennaio successivo, con il conguaglio al valore effettivamente registrato, che per il 2022 si è fissato allo 8,1. Importi pari allo 0,8% della differenza tra i due valori quindi dovrebbero essere di norma pagati nel gennaio 2024 ma si pensa di riconoscere invece l’anticipo delle somme già negli assegni di dicembre con un decreto legge in programma a breve. Si tratterà di importi minimi certamente, ma comunque utili a fronteggiare il momento molto difficile specie per i milioni di pensionati con assegni minimi.
Taglio alle pensioni d’oro 2024?
La spesa totale per le pensioni arriverà a toccare i 361,24 miliardi, complice non solo l’inflazione ma ovviamente anche l’aumento della vita media. Per questo si parla già di un nuovo taglio parziale della rivalutazione sulle pensioni più alte (probabilmente a partire da quelle oltre 5 volte il minimo), viste le difficolta nel reperimento delle risorse complessive per la legge di bilancio. Questo probabilmente troverà posto nella legge di bilancio 2024.
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