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Caso Pifferi, ok dei giudici alla perizia psichiatrica, ma l’accusa non ci sta: “Ci prende in giro”

Pubblicato: 10/10/2023 17:23

Ok alla perizia psichiatrica per Alessia Pifferi. La donna è accusata dell’infanticidio della figlia Diana, lasciata morire di stenti a 18 mesi, nel luglio 2022. Nelle udienze precedenti, la donna è apparsa molto turbata, con evidenti problemi psichici. La sua difesa, rappresentata da Alessia Pontenani, aveva riferito di una “bambina di 7 anni nel corpo di una donna di 36”, che asserisce anche di non essersi accorta della gravidanza e di aver partorito casualmente in casa sua. Tesi confermata dal test di Wais, eseguito nel carcere di San Vittore, che le conferisce un quoziente intellettivo di 40, molto basso. Proprio questi elementi non convincono l’accusa: “Alessia Pifferi ci prende in giro”, dice Francesco De Tommasi, che rappresenta l’accusa.
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I giudici danno l’ok alla perizia psichiatrica per Alessia Pifferi

L’incarico sarà assegnato il 13 novembre dopo l’ok alla perizia psichiatrica per Alessia Pifferi. Se ne occuperà il noto professionista Elvezio Pirfo. La decisione è stata assunta dal magistrato della corte di Milano, Ilio Mannucci Pacini. Una decisione avallata dalla consulente della difesa, Alessia Pontenani: “Sono desolata da questo terrore per l’espletamento di una perizia”, dichiara l’avvocato. “Il test non si può falsare e non capisco se il pm che vi si oppone sta insinuando che abbiano manipolato la testa dell’imputata. È stata depositata tutta la documentazione medica del carcere, li c’è tutto e non c’è nessuna strategia processuale”.

Pontenani si riferisce all’articolata opposizione alla scelta dei magistrati da parte dell’accusa, in particolare alla dichiarazione del pm Francesco De Tommasi. Per il giudice, Alessia Pifferi “entra in carcere senza pregressi psichiatrici, entra a San Vittore dopo essersi sottoposta a interrogatorio” e nel ricostruire quanto accaduto il 20 luglio 2022 “segue un ordine logico e cronologico”. La tesi di De Tommasi è che “non emerge nessuna problematica. Per diversi mesi la Pifferi è una persona che sta benissimo, ha la piena capacità di esporre i fatti, di relazionarsi, è lucida non ha nessun tipo di problemi”. Il test di Wais, “fatto dai medici all’interno del carcere ‘trasforma’ il quadro”, sostiene il legale. “È un metodo anomalo, che fuoriesce dalle competenze della struttura psichiatrica del carcere”.

“Ci prende in giro”, l’opposizione alla perizia psichiatrica

La pubblica accusa non contesta solo il metodo, ma anche l’oggetto dell’accertamento che ha come effetto “quello di manipolare il cervello della Pifferi rendendo oggi impossibile ripetere un accertamento di questo tipo”. La risposta del test, cioè la valutazione di un Qi di 40, metterebbe Pifferi in condizione di non poter “dire nulla, di relazionarsi, di fornire delle risposte che nella loro assurdità sono risposte chiare. Gli esiti non sono assolutamente credibili, non ci sto a essere preso in giro sotto questo profilo. Riteniamo assolutamente inutile una perizia sulla capacità cognitiva e non necessaria una perizia sull’imputabilità perché non c’è nessun tipo di elemento che possa mettere in discussione la capacita dell’imputata di rendersi conto di quello che stava facendo”.

La conclusione dell’opposizione di De Tommasi è forte: “Non ci sto ad essere preso in giro, Alessia Pifferi non ha alcun problema mentale e ha avuto un atteggiamento scellerato nei confronti della figlia”.

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Ultimo Aggiornamento: 11/10/2023 09:10