Belve 2023. Stasera ne vedremo delle belle, perché un’ospite ha fatto storcere il naso, e non poco, alla conduttrice Francesca Fagnani.
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Si tratta di Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi che, senza peli sulla lingua, ha definito “co****ni” quanti, credendo alla minaccia del malocchio, le hanno regalato fiori di quattrini.
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Belve, le parole di Stefania Nobile
“Alla lotteria Italia vince uno, e allora gli altri? Non sono co****ni?” dice Nobile. E Fagnani ribatte: “Non entrano in tabaccheria e c’è la minaccia del malocchio”, con riferimento alle parole che madre e figlia rivolgevano a chi dubitava dell’efficacia di metodi e prodotti offerti in tv. “Nemmeno da noi c’era minaccia. Se io le dico che lei ha il malocchio e le chiedo un tot di soldi, se me li dà è una co****na, se mette giù è una furba. Basta con i disagiati”, insiste Nobile, che non accetta repliche: “Dico basta perché non erano disagiati». Fagnani fa allora notare che, a rischiare, erano soprattutto persone fragili e vulnerabili: “Non è che io devo provvedere all’ingenuità”, dice Nobile.
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Il duello va avanti tra “avete giocato sulla fragilità”, evidenziato dalla conduttrice e il salvataggio in corner di Nobile: “Eh ma tanto sempre qui arriviamo”. Il siparietto al vetriolo è anticipato oggi da La Stampa.
Stefania Nobile: “Arrestare Wanna Marchi faceva notizia”
Durante l’intervista, Nobile ha risposto anche alle domande sulle vicende giudiziarie e i processi. “A loro non interessava arrestare due che facevano questo, interessava arrestare Wanna Marchi perché faceva notizia“.
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Stefania Nobile: “Per il matrimonio a Miami un giornale ci ha dato tanti soldi”
La figlia di Wanna Marchi ha anche rivelato un aneddoto sul doppio matrimonio a Miami, celebrato lo stesso giorno di sua madre. “Un giornale ci ha dato tanti soldi per fare il matrimonio, questa è la verità. Abbiamo fatto il matrimonio con la consapevolezza che non trascrivendolo qua non valeva niente», anticipa ancora La Stampa. La conduttrice quindi chiede: “Quanto vi hanno dato”. «Cinquanta milioni di lire a testa per quattro». Nel 1990.
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