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Omicidio di Willy Monteiro, la decisione dei giudici: “Ecco perché i fratelli Bianchi non meritano l’ergastolo”

Pubblicato: 11/10/2023 12:15

Willy Monteiro, ecco perché i fratelli Bianchi evitano l’ergastolo. Arrivano le motivazioni della sentenza dei giudici, emessa lo scorso luglio. I fratelli Gabriele e Marco Bianchi si sono macchiati di “una violenza inaudita, colpi sferrati per uccidere”. Questo si legge nelle motivazioni emesse dalla Corte d’appello d’assise di Frosinone. Tanto non è bastato, però, per confermare le sentenze d’ergastolo per entrambi. Che hanno beneficiato di una riduzione della pena a 24 anni, la quale si somma ai 21 e 23 anni comminati ai complici Pinciarelli e Belleggia.
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i fratelli bianchi
I fratelli Gabriele e Marco Bianchi

Omicidio di Willy Monteiro, ecco perché i fratelli Bianchi evitano l’ergastolo

Le motivazioni della condanna per l’omicidio di Willy Monteiro, ecco perché i fratelli Bianchi evitano l’ergastolo. Ai due sono riconosciute le attenuanti generiche perché secondo i giudici la notte di quel 6 settembre 2020 non presero parte a lite iniziale che deflagrò in una maxi rissa. La lite fu avviata dagli altri imputati, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, condannati a 21 e 23 anni. I giudici scrivono: “Resta il dato inalienabile, riferito da tutti i testi, dei micidiali colpi sferrati da Gabriele e Marco Bianchi contro Willy. Certa è anche la condotta violenta tenuta da Belleggia, costituita in particolare nel colpire Willy con un calcio alla testa, nella fase finale del pestaggio”.

La sentenza consiste in più di 50 pagine. Ecco alcuni frammenti riportati da Repubblica: “Deve ritenersi accertato che l’aggressione inizia con il violento calcio sferrato da Gabriele Bianchi al petto di Willy con tecnica d’arti marziali e con potenza tale da sospingerlo di schiena contro un’autovettura e al quale segue un pugno sferrato sempre da Gabriele Bianchi al momento in cui il giovane tenta di rialzarsi. A sua volta Marco Bianchi, in sinergia con il fratello, colpisce con un calcio al livello del collo e poi con un pugno in pancia un amico di Willy intervenuto a sua difesa e poi lo stesso Willy con calci e pugni”.


Il ruolo dei due complici, che ”si affiancano da subito ai fratelli Bianchi e colpiscono Willy con un violento calcio alla testa e con calci pugni quando ormai Willy è a terra inerme. Deve ritenersi accertato che tutti gli imputati hanno partecipato al brutale pestaggio di Willy colpendolo ripetutamente con violenza con calci pugni”.

Il dolo eventuale e l’interpretazione della violenza dei Bianchi

Tra le motivazioni che hanno ribaltato la richiesta di ergastolo in primo grado, l’interpretazione dell’azione dei Bianchi, “nella forma del dolo eventuale, in quanto i concorrenti con la condotta violenta tenuta da ciascuno di essi, pur rappresentandosi che il brutale pestaggio potesse determinare la morte della vittima, hanno agito ugualmente non solo accertando il rischio, ma palesando una adesione psicologica all’evento poi verificatosi”. Si intende in questo senso la volontà di uccidere Willy, ma come effetto non premeditato, perché l’azione dei due energumeni è stata mossa da un principio di violenza, il cui scopo principale era quello di pestarlo a sangue.

Il dolore della madre di Willy

“La mamma di Willy che, siccome non urla, non esiste”, titolava l’HuffPost quest’estate, commentando la notizia della sentenza per i Bianchi. “Non perdono perché non ho visto pentimento, e questo comunque non mi ridarà indietro Willy“, aveva detto, trattenendo il dolore e con grande dignità, Lucia, la madre del ventenne strappato alla vita.

Ultimo Aggiornamento: 11/10/2023 22:12