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Bocciato salario minimo, il Cnel vuole contrattare: la proposta di Giorgia Meloni

Pubblicato: 13/10/2023 11:31

L’assemblea del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) ha recentemente approvato il documento finale riguardante il lavoro povero e il salario minimo in Italia. Tuttavia, il dibattito all’interno del Cnel ha evidenziato diverse opinioni e prospettive sull’argomento. Il documento enfatizza l’importanza della “via tradizionale” della contrattazione collettiva come mezzo per determinare i salari. Questo approccio sottolinea la flessibilità e l’adattabilità delle retribuzioni in base a settore e regione, senza l’implementazione di un salario minimo obbligatorio.
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Il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha consegnato il documento alla premier Giorgia Meloni e ha sostenuto che il mercato del lavoro italiano rispetta i parametri stabiliti dalla direttiva europea sul salario minimo adeguato. Questa affermazione è stata basata sulla copertura della contrattazione collettiva per oltre il 95% dei lavoratori del settore privato, escludendo il lavoro agricolo e domestico.

Giorgia Meloni, salario minimo bocciato: meglio misure e interventi organici

Secondo Meloni, questo dimostra che un salario minimo stabilito per legge non è l’approccio giusto per affrontare il problema del lavoro povero e delle basse retribuzioni in Italia. Invece, si propone di pianificare e attuare una serie di misure e interventi organici nel corso di un piano di azione pluriennale per contrastare il lavoro povero e i salari bassi.

Il documento è stato approvato dall’assemblea del Cnel con 39 voti a favore e 15 contrari su 54 votanti. Tuttavia, 8 consiglieri non hanno espresso il voto. La proposta della tariffa retributiva minima, avanzata da cinque esperti nominati dalla presidenza della Repubblica, è stata bocciata.

Il documento del Cnel evidenzia che l’Italia ha un tasso di estensione della contrattazione collettiva vicino al 100%, il che lo posiziona in linea con la direttiva europea. Questo solleva dubbi sull’efficacia di un salario minimo legale nel contesto italiano.

Al via la contrattazione collettiva: il piano del Cnel

Il documento suggerisce l’adozione di un piano di azione nazionale per sostenere ulteriormente la contrattazione collettiva al fine di superare le situazioni di criticità. Si raccomanda di valorizzare gli accordi interconfederali senza interventi legislativi diretti. Inoltre, si suggerisce che il lavoro povero colpisce principalmente lavoratori temporanei, parasubordinati e altre categorie, e si propone l’idea di una tariffa retributiva minima basata sulla contrattazione per queste categorie.

Infine, il documento sottolinea che l’introduzione di un salario minimo per il lavoro domestico e di cura richiederebbe misure di sostegno alle famiglie per evitare il lavoro nero.

Il dibattito sul salario minimo in Italia continua ad essere complesso e sfaccettato, con posizioni divergenti sulla migliore strategia da adottare per affrontare il lavoro povero e migliorare le retribuzioni.

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2023 14:01