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Antonio Ricci: “Con Striscia non mi annoio. A proposito di Silvio…”

Pubblicato: 14/10/2023 15:35

Antonio Ricci, patron di Striscia la notizia e figura chiave dell’universo Fininvest-Mediaset si è lasciato andare in una lunga intervista rilasciata a Libero. L’autore ha raccontato moltissimi aneddoti della sua longeva carriera e del suo rapporto con Silvio Berlusconi. Biasin gli ha chiesto a bruciapelo: “Non ti sei rotto le balle di fare Striscia?”. Ricci sorridente, risponde così: Non mi sono rotto le balle di fare Striscia perché sono curioso. Striscia mi permette di soddisfare quotidianamente la mia curiosità, di sfogarmi e di fare casino. È un buon modo per non annoiarmi“.
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Il rapporto (a volte) conflittuale col Cavaliere

Un rapporto, quello tra Ricci e Silvio Berlusconi, a tratti difficile: “Io ho sempre problemi con l’azienda. Ho stipulato un patto con Silvio Berlusconi che resiste anche con Pier Silvio: in trasmissione sono libero, ma i danni sono a carico mio. In ogni caso io non ho esclusive con nessuno, mai avute”. Una storia d’amore non sempre limpida: “Abbiamo litigato eccome“.

Matrioska, per me era innovazione

L’intervista continua con un aneddoto: “C’era questa trasmissione, Matrioska, doveva essere una cosa innovativa, a presentare ci avevo messo un venditore marocchino di quelli che commerciano tappeti. Nella mia mente doveva rappresentare Pippo Baudo. Era uno molto sveglio. Poi c’erano Moana Pozzi, Silvio Orlando, Sabina Guzzanti… Mi ero inventato questa cosa dei cori, tra gli altri quello di un gruppo di giovani di Comunione e Liberazione. Li faccio arrivare e loro pensano di partecipare a un programma, boh, etnico”. Amara sorpresa per Ricci che racconta: “E invece erano tutti figli di potenti, avvocati, notai… Il capo ufficio stampa dell’epoca era uno di Cielle, li informa che la mia è una trasmissione con Moana nuda e altre cose e questi mandano un Articolo 700, una diffida per bloccare la messa in onda“.
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La reazione di Silvio

Biasin gli ha chiesto immediatamente la reazione di Silvio al problema: “Mi convoca nel suo ufficio e mi chiede se ho la liberatoria del coro, se no devo toglierlo. Io ovviamente gli dico di no. E allora lui mi dice “Allora ti blocco la messa in onda, se tu fai il ladro io non posso reggerti il sacco”. Ricci non sente ragioni: “Me ne vado”. Il sodalizio artistico sembra concluso e invece: “Insomma, esplode un casino. E Berlusconi, dopo aver ascoltato una delegazione formata da D’Angelo, Greggio e il regista Recchia, capisce che senza di me non si riesce ad andare avanti ed è costretto a riconvocarmi”.