L’uomo sospettato di essere l’autore dell’attentato che ha provocato la morte di due persone
ieri sera a Bruxelles è stato annientato e sarebbe morto: lo ha annunciato la procura federale belga. Al contempo La Derniere Heure ha diffuso un’altra notizia, ovvero quella secondo cui le autorità starebbero cercando altre due cìpersone coinvolte nell’attentato. L’uomo aveva aperto il fuoco nel centro di Bruxelles uccidendo due persone per poi darsi alla fuga. Il responsabile del duplice omicidio, avvenuto intorno alle 19.15, ha infatti urlato “Allah akbar”. Testimoni citati da Le Soir hanno riferito di aver visto fuggire in scooter un individuo armato che indossava un giubbotto arancione. Ha sparato nell’atrio di un edificio e poi contro due persone in un taxi.
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Le due vittime sono di nazionalità svedese. Ieri sera a Bruxelles si giocava infatti la partita Belgio-Svezia e le due persone uccise indossavano una maglia della nazionale svedese.
L’attentatore ha rivendicato il gesto: “Si vive per la religione”
L’attentatore ha diffuso un video sui social in cui rivendica l’attentato e vuole spiegare la ragione del suo gesto omicida: “Sono Abdeslam Jilami, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora: si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno “.
Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha espresso il suo cordoglio: “Il cuore dell’Europa è colpito dalla violenza. Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime dell’attentato mortale nel centro di Bruxelles. Il mio sostegno alle autorità belghe e ai servizi di sicurezza che monitorano la situazione”.
Chi era l’attentatore Abdesalem Lassoued
Secondo i primi elementi dell’indagine, l’uomo è un tunisino di 45 anni. Si chiama Abdesalem Lassoued e soggiorna illegalmente in Belgio. Nel 2020 gli era stata respinta la richiesta di asilo e, da allora, “Era sparito dai radar”, ha detto il ministro Nicole de Moor. Pare, tuttavia, che la polizia stesse esaminando il caso prima dell’attacco terroristico di ieri perché dal 2021 pendeva su di lui un decreto di espulsione.
Secondo quanto riportato dalle autorità e dalle intelligence europee, Lassoued rappresenta un “lupo solitario” radicalizzato in fretta attraverso Internet. La sua rapida radicalizzazione è emersa attraverso i suoi recenti post sui social media, dove aveva pubblicato messaggi anti-semiti e di sostegno all’Hamas in risposta agli eventi in corso a Gaza.
L’attentatore è stato precedentemente identificato in Italia negli anni scorsi e un video presumibilmente girato nel nostro Paese è stato scoperto sul suo profilo Facebook. Era già stato segnalato in Belgio nel 2019 e aveva una condanna per terrorismo in Tunisia.
Il profilo social di Lassoued era saturo di invettive contro Israele e di materiale propagandistico dell’ISIS, con minacce di vendetta per gli eventi in corso a Gaza e l’invocazione di ulteriori azioni da parte di Hamas
Trovata l’arma utilizzata per l’attacco
Un’arma che assomiglia a quella usata nell’attentato di ieri sera, intanto, è stata trovata durante le perquisizioni condotte dalla polizia. Lo riferisce la procura federale belga citata da Rtbf. All’emittente risulta che siano state rinvenute diverse armi nelle perquisizioni a Schaaerbeck, anche in un parco nelle vicinanze. Secondo quanto si apprende in questi momenti, il tunisino viveva con la moglie e la figlia.