David Meghnagi, ideatore e direttore del Master internazionale di secondo livello in Didattica della Shoah presso l’Ateneo di Roma Tre, ha parlato a Libero delle sue recenti riflessioni sull’attacco di Hamas e sulla storia dell’antisemitismo, toccando aspetti cruciali dello scenario geopolitico attuale e della persistente questione dell’antisemitismo. Meghnagi suggerisce ad esempio che l’attacco di Hamas, recentemente perpetrato, fosse in preparazione da anni e che la data scelta avesse un significato simbolico e identitario per gli attaccanti. L’assalto dell’7 ottobre coincideva con anniversari come la morte di Stefano Tachè, il rastrellamento del ghetto a Roma 80 anni fa e l’inizio della Guerra del Kippur l’6 ottobre. Questa coincidenza, secondo Meghnagi, non era casuale ma una scelta deliberata per evocare riferimenti storici e culturali.
Antisemitismo come Minaccia Persistente: l’odio per gli ebrei come odio per se stessi
Descrivendo l’antisemitismo come una realtà profondamente radicata nella storia religiosa, politica e culturale, Meghnagi sottolinea la necessità di combatterlo attraverso l’educazione, la memoria storica e la costruzione di società democratiche basate sul rispetto. Sottolinea l’importanza di lavorare sui simboli profondi della cultura e sviluppare una conoscenza reciproca, citando progressi nel dialogo ebraico-cristiano.
Sfruttando la sua formazione di psicoanalista, Meghnagi esplora le dimensioni psicologiche dell’antisemitismo: “Sul piano psicologico nell’odio contro gli ebrei c’è un grande odio di sé proiettato sugli ebrei. Gli ebrei sono un capro espiatorio ideale su cui dirigere le frustrazioni irrisolta di una società. Si comincia con gli ebrei, poi si finisce con gli altri”.
Questioni Sovrapposte: No Vax, Supporto a Putin e a Hamas
Meghnagi evidenzia la sovrapposizione di questioni come il movimento anti-vaccino, il sostegno a Putin e l’approvazione di Hamas. Attribuisce questa convergenza a un filo comune di pensiero complottista. La semplificazione del mondo complesso in semplificazioni inossidabili e inattaccabili crea demoni invisibili che devono essere materializzati. La disapprovazione della democrazia parlamentare si allinea con un’attrazione verso regimi autoritari capaci di alimentare la paura attraverso le piattaforme digitali.
Riguardo agli eventi recenti, Meghnagi critica la gestione della crisi politica da parte del governo israeliano, che ha portato a proteste di massa. Suggerisce che questa lotta interna abbia indebolito Israele, offrendo l’opportunità a Hamas di lanciare un attacco mortale. Collega le motivazioni di Hamas a un obiettivo politico, religioso e simbolico di infliggere danni agli ebrei, simile ai metodi nazisti.
Riflessione sull’Espulsione Araba dalla Palestina vs. Espulsione Ebraica
Meghnagi, di origine libica, solleva un punto stimolante riguardo alla tendenza a concentrarsi sull’espulsione degli arabi dalla Palestina trascurando contemporaneamente l’espulsione degli ebrei dai paesi arabi. Suggerisce che una seria riflessione sulle persecuzioni, sulla fuga e sull’espulsione degli ebrei dal mondo arabo potrebbe mettere in discussione la narrativa prevalente del conflitto arabo-israeliano.
In conclusione, David Meghnagi fornisce un’analisi sfaccettata dell’attacco recente di Hamas, della persistenza dell’antisemitismo e delle questioni interconnesse che influenzano il panorama geopolitico. Le sue riflessioni si basano su prospettive storiche, culturali, psicologiche e geopolitiche.