Scompare l’Iva al 5% sui prodotti per l’infanzia e per la cosiddetta tampon tax: la bozza della Manovra prevede infatti che i prodotti per le preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, così come assorbenti, tamponi e coppette mestruali, passino tra i prodotti soggetti all’Iva al 10%.
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Era stata il governo Draghi a intervenire sulla tampon tax
Il merito era stato del governo Draghi: gli assorbenti femminili (considerati beni ordinari, come vino, sigarette e vestiti) erano soggetti all’Iva al 22%. Di conseguenza gli assorbenti in Italia erano tra i più costosi in Europa. Una forma di discriminazione verso le donne che, ovviamente, a differenza degli uomini, si trovano ad affrontare spese alte per un bene il cui acquisto è necessario. Si torna quindi ai blocchi di partenza, sperando in un ulteriore cambiamento.
La Meloni, in conferenza stampa, ha dichiarato: “Non confermiamo il taglio dell’Iva. Purtroppo il taglio dell’Iva è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo e quindi non penso che valga la pena di rinnovare la misura”. Decisione aspramente contestata dalle associazioni dei consumatori che accusano l’esecutivo di rinunciare a un intervento sui prezzi di beni ritenuti fondamentali per le famiglie e le donne.
Ma le sigarette aumentano
Brutte notizie per i fumatori. Il governo ha deciso di aumentare le accise su sigarette e tabacchi trinciati. L’aumento del costo di ogni singolo pacchetto è stimato in circa 10 centesimi. Nel dettaglio, la bozza della Manovra prevede che l’accisa per mille sigarette salga da 28,20 euro a 29,30 euro. Per i tabacchi trinciati l’accisa viene fissata in “euro 140 il chilogrammo fino al 31 dicembre 2023, euro 147,50 il chilogrammo a partire dal 1° gennaio 2024 e euro 148,50 il chilogrammo a decorrere dal 1° gennaio 2025”.
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