
Sarebbe stata maltrattata, picchiata ed avrebbe subito abusi e tentativi di stupro: è quanto avrebbe raccontato la 18enne italiana Amina Milo Kalelkyzy, detenuta in Kazakistan per detenzione di stupefacenti senza che della droga sia stata effettivamente trovata in suo possesso e senza prove a suo carico. Lo ha raccontato il suo legale, Alibek Sekerov. Il racconto di quanto accaduto ad Amina è particolarmente sconvolgente. La ragazza sarebbe detenuta da giugno, ovvero da quanto sarebbe stata fermata ad Astana, in Kazakistan, mentre era in compagnia di un amico del posto.
Leggi anche: Amina, italiana detenuta in Kazakistan da giugno, senza prove
Amina, detenuta senza prove a suo carico e portata in un appartamento segreto
Il ragazzo fermato insieme ad Amina, a quanto pare, aveva della droga con sé: per questo la polizia ha fermato anche Amina, portandola in un appartamento privato dal quale. Succesivamente un agente avrebbe chiamato la madre della ragazza, Assemgul Sapenova, chiedendole 60mila euro per riavere la ragazza. La donna a quel punto si è rivolta all’ambasciata italiana ottenendo il rilascio della ragazza, ma pochi giorni dopo Amina è stata nuovamente arrestata: a quanto pare era stata obbligata a firmare alcuni documenti di cui ignorava il contenuto, essendo che non conosce né russo né kazako (abita in Italia da quando aveva 8 anni).
Il suo avvocato ha ripotato la sua testimonianza: la giovane sarebbe stata inizialmente detenuta in un appartamento segreto, dove sarebbe stata picchiata e maltrattata ed avrebbe subito dei tentativi di stupro. Per questo motivo al momento alcuni agenti sarebbero indagati per il reato di tortura.