Dennis si è dovuto arrendere: il suo locale di San Faustino, aperto con grandi sacrifici ed enormi speranze, ora deve chiudere per gli innumerevoli ostacoli che incintrava quando lo apriva, ogni giorno: gli insulti dei vicini, le continue chiamate alla polizia che veniva a controllare e rovinare le serate, e poi alla fine anche una chiusura del locale di 15 giorni per una rissa in piazza che con lui non aveva nulla a che fare. Ora a difenderlo c’è l’avvocato Barelli ed una comunità, o parte di essa, che a lui si è affezionata.
La storia di Dennis: il locale aperto per la comunità
La storia la racconta lui stesso altrove: “Sono arrivato a Viterbo 7 anni fa, non ho mai avuto problemi con nessuno. Badavo, e bado ancora, alla mia famiglia. Ho pensato che qui non c’era un locale per noi africani, dove mangiare e stare insieme. Così ho deciso di farlo io” . Non sono mancati i sacrifici prima di aprire: “Ho ristrutturato questo locale, in via Signorelli dove prima c’era un negozio di frutta e verdura, ogni volta sorgeva una procedura nuova”.
Fin da subito mi dicevano che dovevo andare via, mi lanciavano insulti per strada. Io ho provato a spiegare che lavorare per me era fondamentale per mantenere la famiglia. Ma non è andata bene. Parcheggiavano la macchina davanti all’ingresso e quando uscivo per chiudere mi rivolgevano insulti razzisti”.
La chiusura di 15 giorni, poi la resa
Poi, la chiusura inaspettata e non meritata:”E ovviamente ogni volta mandavano i controlli delle forze dell’ordine. E per una rissa avvenuta nella piazza mi hanno fatto chiudere 15 giorni. Io non c’entravo niente”
Adesso il progetto è di portare il caso di Dennis all’attenzione della Presidenza della Repubblica. L’avvocato Barelli, che lo assite, racconta: “Lui non ha alcun procedimento aperto, al contrario di quello che è apparso su un blog diffamante di cui non voglio nemmeno fare il nome”.