Giorgia Meloni si trova al centro di una controversia internazionale dopo una comica telefonata con due comici russi, Vovan e Lex. La portavoce del ministro degli esteri russo, Maria Zacharova, ha inserito il suo peso nella vicenda, lanciando critiche pesanti nei confronti della Meloni e attirando l’attenzione dell’ambasciata russa a Roma. La telefonata in questione sembra essere stata uno stratagemma per mettere in difficoltà la premier italiana, ma ciò che attira l’attenzione è l’intervento diretto di Zacharova. La portavoce accusa Meloni di aver legittimato l’elogio di Bandera da parte degli ucraini, utilizzando parole forzate e manipolando la conversazione.
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Zacharova interviene dopo la telefonata e tira in ballo Starace e Pavolini
Zacharova sostiene che Meloni ha dichiarato che il regime di Kiev “ha il diritto” di glorificare Bandera e Shukhevych, aggiungendo che è giusto che la Russia stia cercando di aiutarli. Tuttavia, le parole effettive di Meloni sono oggetto di manipolazione, essendo state pronunciate durante una conversazione ingannevole e fuori contesto.
L’ambasciata russa a Roma ha rilanciato le parole di Zacharova, creando una situazione in cui sembra che la propaganda di stato russa abbia un ruolo significativo nel dibattito politico italiano. Questo intervento ha sollevato domande sulla reale relazione tra l’ambasciata russa e il governo italiano, specialmente alla luce delle recenti lodi del Papa Francesco nei confronti dell’ambasciata.
Zacharova, usando il sarcasmo e l’invettiva, chiede a Meloni se sarebbe disposta a “eroizzare” figure come Achille Starace e Alessandro Pavolini, noti per il loro coinvolgimento nel regime fascista. L’invito a guardare il film tedesco “Der Fall Collini” sembra essere una provocazione sottintesa, sebbene il collegamento con la questione in discussione non sia chiaro.
La situazione solleva interrogativi sulla possibile interferenza russa negli affari interni italiani e sulla strategia del Cremlino nei confronti della Meloni. La premier italiana sembra essere nel mirino di Mosca, e la controversia solleva preoccupazioni sulla libertà e l’indipendenza della politica italiana di fronte alle influenze esterne.