
L’amministrazione dell’asilo “Anne Frank” di Tangerhuette, in Sassonia-Anhalt, ha annunciato che il nido vorrebbe cambiare nome. Come ha spiegato la direttrice Linda Schichor che serve un nome “più adeguato” e che i genitori immigrati “non sanno spesso che farsene” del nome Anne Frank. Una scelta che ha sollevato accese polemiche nel Paese.
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Un nome più a misura di bambino
Secondo quanto riportano i media locali, il cambio di nome era stato deciso già da tempo, ben prima che lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas. La richiesta era stata avanzata da genitori e dipendenti dell’asilo, ed è stata accolta dalla dirigenza dell’istituto. Linda Schichor, a capo dell’asilo, ha spiegato che l’idea è di ribattezzare il nido “World Explorer”, che, a suo avviso, sarebbe un nome “più a misura di bambino”.
La decisione definitiva non è ancora stata presa, ma la discussione va avanti dall’inizio dell’anno. Anche il sindaco del paesino di diecimila anime a sudovest di Berlino, Andreas Brohm, ha espresso il suo appoggio entusiastico all’amministrazione.
Ma non tutti sono d’accordo
Contro il cambio di nome si è espresso il vicepresidente del Comitato internazionale di Auschwitz, Christoph Heubner: “Se dovessi dare un consiglio, cari cittadini di Tangerhuette, consiglierei ad Anne Frank di lottare e di non andarsene senza dire una parola” prima di “essere nuovamente cacciata dalla sua patria tedesca”, ha detto Heubner.
Un episodio simile due anni fa
Un episodio simile, sempre nella vecchia Germania Est è accaduto due anni fa in Turingia. Anche a Elxleben un nido aveva annunciato di voler cambiare il nome “Anne Frank”, esplicitamente per “proteggere” i bambini dal suo destino feroce. La preside in quel caso, aveva scelto di ribattezzarlo “Alce nano”, in omaggio a una figura popolare del carnevale locale. Lo scandalo fu talmente imponente da spingere il sindaco Heiko Koch a fare un passo indietro.
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