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Global Gateway, cosa comporta il piano di transizione verde che sfida la Cina

Pubblicato: 06/11/2023 10:51
Global Gateway, cosa comporta il piano di transizione verde che sfida la Cina

Nel 2021 la comunità europea lancia un piano di sviluppo infrastrutturale internazionale definito Global Gateway che prevede lo stanziamento di 300 miliardi di euro entro il 2027. Un disegno per garantire all’Unione Europea un’autonomia strategica nelle sue relazioni economiche e politiche con il resto del mondo comprendente il settore industriale, della Difesa, dello spazio, dell’ approvvigionamento di materie prime e delle Infrastrutture. La sfida è la transizione verde: proprio l’elemento della sostenibilità, infatti, costituisce del resto l’ideale europeo incentrato sulla necessità di avviare fin da subito un percorso di riduzione delle emissioni.
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L’avversario principale è la Cina che ha investito 885 miliardi di dollari in infrastrutture nel mondo definendo se stessa “un rivale sistematico” anche della Comunità Europea ed è questa espressione che ha spinto i politici del vecchio continente ad accelerare tra il 2021 e il 2022 con il Global Gateway.
La famosa Via della Seta invece è il progetto cinese, che tante polemiche ha suscitato in Italia quando l’allora primo ministro, Giuseppe Conte, voleva aderirvi, pur consapevole che era un’ idea dichiaratamente in contrapposizione con il progetto europeo e quindi anche contro gli interessi delle aziende italiane.
Ci saranno quindi i progetti della comunità europea in America Latina, Caraibi, Africa e Asia Centrale.
Il piano europeo non viaggia da solo, ma in sintonia con un piano ben più ampio dei paesi del G7, che prevede lo stanziamento di 600 miliardi di dollari per i cosiddetti paesi terzi.

Global Gateway, Alleanza atlantica vuole primeggiare sulla Cina

È chiaro che l’alleanza Atlantica sta cercando di contrastare la Cina in un momento in cui la Russia sembra essersi indebolita soprattutto in Asia Centrale e in alcuni Stati Africani dopo la Guerra in Ucraina.
Una debolezza invece del progetto europeo è l’ammontare limitato di investimenti previsti per l’area del Mediterraneo che si tratterebbe di un’ area cruciale a livello geopolitico, i paesi del Sud Europa infatti stanno proprio lì.
L’ Europa può raggiungere il suo obiettivo perché, rispetto alla Cina, risulta un partner più affidabile e meno pericoloso, anche se per i suoi investimenti e prestiti concede dei tassi di interesse meno vantaggiosi di quelli cinesi.
Con questo numeri è evidente che l’ Alleanza Atlantica potrebbe avere la meglio sulla Cina.
Dovrebbe suscitare scandalo agli occhi dell’opinione pubblica, che in Italia di questi 300 miliardi di euro di investimenti europei non se ne sta assolutamente parlando, persino il dibattito parlamentare è silente.
Nessuno riesce ad intuire la grande opportunità per le aziende italiane e per l’economia del nostro Paese.
Questo accade perché la politica italiana deve ancora imparare a non vergognarsi a parlare di Europa come fosse un mostro, si dovrebbe invece fare capire ai cittadini italiani che il termine Europa è sinonimo di competitività, di modernità e di opportinità.
In particolare per i nostri giovani, che si devono abituare velocemente all’evoluzione digitale tecnologica e ragionare in termini di opportunità lavorative a livello europeo.
Non parlare dell’Europa in questi termini, soprattutto quando ci sono importanti investimenti in gioco, testimonia purtroppo un livello non sufficientemente alto del dibattito politico italiano.
La sfida è proprio questa: far crescere il dibattito.