
“Era un conoscente. Avevo fretta di tornare da mia figlia. Ho accettato il passaggio (e ho sbagliato). Ma solo per questo è stato giusto subire tutto ciò? I suoi urli, la sua violenza carnale, i suoi pugni in testa…”. Questo il racconto di una giovane mamma residente a Priverno, in provincia di Latina che nella notte del 1 novembre, è stata vittima di stupro. L’aggressore è muratore di 22 anni di origine magrebine. Il ragazzo, senza fissa dimora, a bordo del suo ciclomotore, ha avvicinato la giovane offrendosi di accompagnarla a casa. Ma una volta giunto in una strada isolata la avrebbe obbligata con la forza a seguirla all’interno di uno stabile abbandonato, dove l’avrebbe violentata.
La giovane ha voluto mettere nero su bianco i ricordi di quella terribile notte.
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La giovane racconta: “Il mio unico pensiero era riabbracciare mia figlia”
“Ho reagito nel momento in cui ero sicura di non sbagliare e di riuscire a scappare. Ho sopportato il freddo nuda sei ore in mezzo alle spine e agli alberi per non farmi trovare, perché mi ha cercata per ore. Quando non mi ha più cercata, e quando sentivo che il mio corpo non si muoveva più perché intorpidito dal freddo e dallo shock, pur di trovare un’uscita sicura dove poter chiedere aiuto, mi sono portata avanti al petto tutti gli alberi, i rami e le spine camminando al buio pesto. Sapete perché? Per tornare da mia figlia. La mia unica ragione di vita”. Parte così l’agghiacciante testimonianze della donna.
Svestita e sotto choc ha vagato per le campagne circostanti fino a che un passante l’ha soccorsa e accompagnata all’ospedale di Latina. I medici che hanno visitato la ragazza le hanno riscontrato un trauma cranico, contusioni ed escoriazioni dimettendola con una prognosi di dieci giorni.
“Quell’essere non conosceva la forza di una mamma”
Nel lungo post sui social la donna racconta le ore di terrore il dolore fisico. “Per sei interminabili ore bloccata li, non ho mai dubitato che sarebbe andato tutto bene. Ho il corpo ricoperto di ferite ma non è stato nemmeno un pizzico rispetto al dolore della lontananza di una madre dalla propria figlia. Non sono io che mi devo vergognare. Ma quell’essere che credeva che avrebbe schiacciato una donna. Forse è riuscito a farmi del male, ma non conosceva la forza di una mamma”.
“Non ti farò vincere nemmeno un giorno di più regalandoti la mia tristezza o il mio dolore” conclude così la vittima. L’unica certezza, è che il giovane, incensurato, ai carabinieri ha detto di non aver violentato la ragazza e raccontato che i due si frequentavano da 20 giorni. Al momento dell’arresto, è stato trovato in un appartamento di Priverno, da solo, e non ha posto alcun tipo di resistenza.
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