
L’Etna è di nuovo in eruzione. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Catania ha riportato una fontana di lava dal cratere di Sud Est, con una colonna eruttiva che raggiunge i 4500 metri d’altezza. La dispersione delle ceneri vulcaniche segue una traiettoria Est – Sud Est, secondo le simulazioni del modello previsionale.
Nonostante l’incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico e degli eventi infrasonici, non si sono registrate variazioni significative nella localizzazione degli eventi. Le misurazioni delle stazioni clinometriche sommitali mostrano minime variazioni, conformi alla fenomenologia attuale. Interessante è la forte ricaduta di lapilli nelle città di Giarre e Riposto.
L’Etna ha una lunga storia di eruzioni, risalente a migliaia di anni fa. La sua attività è costantemente monitorata in quanto può avere impatti significativi sull’agricoltura, sull’economia locale e sulla sicurezza aerea a causa delle ceneri emesse. Le eruzioni possono essere effusive, con la lenta fuoriuscita di lava, o esplosive, con emissioni di gas, ceneri e lapilli.
Quest’ultima attività sottolinea la continua evoluzione geologica della regione e la necessità di un attento monitoraggio. Le autorità locali e gli abitanti sono abituati a convivere con il gigante che dorme e si sveglia periodicamente, testimoniando la forza e la bellezza della natura in una delle sue espressioni più potenti.