
È stato d’emergenza in Islanda dove una serie di terremoti ha devastato la penisola sud-occidentale di Reykjanes. La paura ora è quella di un’eruzione vulcanica nella regione che ha portato le autorità a dichiarare necessaria un’evacuazione di Grindavìk. Sono circa due settimane che l’isola viene scossa da terremoti di magnitudo variabile: giovedì l’attività sismica è aumentata toccano i 4,8 gradi di magnitudo. C’è timore per l’impianto geotermico di Svartsengi, che fornite acqua ed elettricità alla penisola di Rejkjanes, e per la falda che si è creata, lunga circa 15 chilometri, e che potrebbe portare ad un’eruzione. Preoccupa il fatto che, secondo l’Ufficio meteorologico islandese, tra mezzanotte e le 14 di venerdì (ora locale) sono stati registrati quasi 800 terremoti.
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Questa la nota della protezione civile: “Il capo della polizia nazionale dichiara lo stato di emergenza per la protezione civile a causa dell’intensa attività sismica a Sundhnjukagigar, a nord di Grindavík. I terremoti potrebbero diventare più forti di quelli già verificatisi e questa sequenza di eventi potrebbe portare a un’eruzione. Tuttavia, non ci sono ancora segni che il magma si stia avvicinando alla superficie. I suoi progressi vengono attentamente monitorati”. I terremoti e le eruzioni sono un grosso rischio anche per l’aviazione civile ed i voli di linea.