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Ragazzi scomparsi, la prima foto della macchina in fuga

Pubblicato: 16/11/2023 21:56

Sembrano essere finite le speranze per Giulia Cecchettin. Lo si capisce dalle parole del padre, Gino, che ha esaurito tutte le forze: le sue parole, raccolte da Repubblica, raccontano di un padre distrutto dal dolore, che vorrebbe credere in un lieto fine ma lo vede allontanarsi ogni attimo di più. Negli ultimi minuti è arrivata un’ulteriore notizia che confermerebbe il fatto che ci siano pochissime speranze: il padre della ragazza è stato convocato dai carabinieri, che hanno chiesto all’uomo di poter visionare il computer della ragazza. Preoccupano anche le macchie di sangue trovate in uno dei luoghi vicini all’ultimo avvistamento, descritte dall’uomo che le ha denunciate: “Una decina di macchie, la più grande li in fondo, grande un metro. Vedere queste macchie è stata un’angoscia. Visti i segnali penso al peggio, è successo qualcosa di grave”. Fa discutere il recente avvistamento dell’auto, intercettata ieri sera in direzione Austria. Si attendono però conferme ufficiali a questo avvistamento.
Leggi anche: Filippo e Giulia, la speranza: “Li cerchiamo vivi”

21:50 La prima immagine dell’auto in fuga

C’è una prima immagine dell’auto in fuga. Il fotogramma che raffigura la Grande Punto nera mentre passa nella notte tra sabato e domenica per Zero Branco, in provincia di Treviso, alle 00.43, dove è stata fotografata dal sistema di controllo delle targhe poco dopo essersi allontanata dal parcheggio in cui Giulia Cecchettin e Filippo Turetta avrebbero discusso attirando l’attenzione di un passante, intorno alle 23.15 di sabato sera. Dopo una settimana di ricerche è questa la prima immagine ufficiale dell’auto che tuttavia non è in grado di dare indicazioni sulla presenza di una o due persone a bordo. Si vedono solo i due fanali sfrecciare e nient’altro.

21:00 – La stoffa? Nulla di rilevante.

Gli inquirenti sono stati chiari. I brandelli di stoffa? Dopo gli accertamenti, nulla di rilevante.

18:23 – Trovato pezzo di stoffa dai sommozzatori, sottoposto ad accertamenti.

Tra le ricerche che vengono fatte in queste ore c’è anche lo scandagliamento dei corsi d’acqua. Proprio nell’ambito di queste ricerche è stato trovato, impigliato nella rete di un materasso, un pezzo di stoffa che ora verrà sottoposto ad accertamenti. Non si ha comunque al momento motivo di credere che sia legato ai due ragazzi.

16:33 – Le ricerche si estendono alle Dolomiti, il padre di Giulia: “Portacela a casa”

Le ricerche si stanno concentrando tra i comuni di Sesto e San Candido: appassionato di montagna, Filippo potrebbe aver deciso di nascondersi in luoghi familiari, a lui congeniali. Non esistono per ora segnali che fanno supporre che i due ragazzi siano lì, quindi le ricerche sono da considerare come uno sviluppo fisiologico dei monitoraggi territoriali in questo tipo di situazioni.

Il padre di Giulia, Gino Cechettin, sta vivendo ore di angoscia indescrivibili. La famiglia sta vivendo un momento di disperazione proprio nel giorno in cui tutti erano pronti a festeggiare: “Mi sono svegliato stamattina distrutto, perché ho pensato ‘Non dovrei essere qui con voi, ma dovrei essere lì che festeggio insieme a mia figlia’ – ha detto Gino Cecchettin ai giornalisti – Non può un momento di felicità trasformarsi così in un momento di dolore, non è concepibile. Fate in modo che Filippo torni, anche raggiungendolo con un messaggio, nessuno vuole fare processi adesso, vogliamo solo riabbracciare questi due ragazzi. Mi rivolgo a Filippo: Giulia non si è laureata, riportamela a casa”.

Oggi Giulia non si è laureata, ma a lei è andato il pensiero del presidente della commissione di laurea, che dopo le discussioni di tesi ha dichiarato: “Un pensiero particolare va a Giulia che è scomparsa da alcuni giorni e che avrebbe dovuto oggi sostenere l’esame di laurea – ha detto il Prof. Tomasin -. La comunità dei docenti e del personale del Dipartimento si unisce a quella degli studenti nell’augurio di avere presto lei tra i nostri neolaureati e di vedere anche Filippo raggiungere il traguardo della laurea”.

12:10 – Macchina avvistata, è caccia minuto per minuto

Sono ormai enormi le energie messe in campo dalle autorità per ritrovare la Punto nera di Filippo Turetta. Aumentano le speranze di ritrovare i ragazzi vivi perché ieri sera, secondo quanto riferito da La Presse, che ha parlato con fonti investigative, l’auto sarebbe stata intercettata in direzione dei confini austriaci, segnalata dal sistema TargaSystem. Impossibile, ovviamente, dire chi ci sia a bordo dell’auto: se i due ragazzi insieme o, al contrario, solo uno dei due, verosimilmente Filippo Turetta. Specifichiamo, comunque, che non si hanno per ora conferme da parte delle autorità a quanto riportato da La Presse.

09:45 – parla lo zio di Giulia: “Non si sarebbe trasferita per l’Università”

Ai microfoni di Pomeriggio Cinque Andrea Camerotto, zio di Giulia, ha raccontato che la nipote non si sarebbe trasferita per andare all’università:”Non credo potesse far male un’amicizia come quella che Giulia aveva proposto a Filippo – ha detto in riferimento alla relazione tra i due, difficilmente accettata dal ragazzo -. In merito al trasferimento post laurea a Reggio Emilia di mia nipote, invece, voglio chiarire che Giulia non voleva trasferirsi. Giulia si è scritta a questo ateneo perché Giulia amava molto il disegno, ma non era intenzionata ad andare in pianta stabile. Giulia non aveva deciso di trasferirsi a Reggio Emilia ma, anzi, per risparmiare qualcosa aveva pensato di andare qualche volta a settimana in macchina in giornata. Quindi sicuramente non ha detto a Filippo che sarebbe andata a vivere a Reggio Emilia”.

07:26 – Il padre di Filippo: “Non è vero che era geloso per la laurea”

Nicola Turetta ha raccontato come in famiglia avevano percepito Filippo negli ultimi tempi: “Lui la amava tanto ed era orgoglioso di lei. Non c’era rivalità per gli studi. È vero che lui era un po’ più indietro con gli esami rispetto a lei, ma in famiglia non gli abbiamo mai fatto pesare la cosa. Non gli abbiamo mai messo fretta. Anche di recente gli avevamo detto che se si fosse laureato a marzo, o comunque più avanti, non sarebbe stato un problema per noi. Ognuno ha i suoi tempi, mio figlio è sempre stato un ragazzo diligente”. E, sulla gelosia: “Forse, sì, mio figlio a volte era un po’ possessivo, ma non in modo patologico, come lo descrivono. Era geloso come lo sono i ragazzi a quell’età, non in modo da farci allarmare, insomma”.

06: 35 – Elena, la sorella di Giulia parla di Filippo: cellulare sotto controllo e annullamento della libertà

Elena, sorella maggiore di Giulia, ha parlato di Filippo con Repubblica, facendo il quadro di una persona ossessiva, insicura, fissata con l’idea di essere abbandonato: “Lui magari si presentava quando lei non voleva, imponeva la sua presenza, stressandola, e creava pressione: “Vediamoci perché sennò sto male”. Questo succedeva anche durante il rapporto. Per questo lei lo ha mollato”. Il controllo sulla ragazza era devastante: “Avevano un gruppo di amici in comune: se lei usciva da sola con le ragazze del gruppo, a lui non stava bene. Se dava una mano in casa perché mia mamma, che era malata, aveva bisogno, lui diceva: ma dobbiamo vederci. La voleva sette giorni su sette, 24 ore su 24”. Elena ha anche parlato di un episodio, un concerto a cui lei e la sorella erano andate: “In treno lui la assillava al telefono, io non riuscivo a parlare con mia sorella. Le ho “sequestrato” il cellulare e l’ho messo in borsa. Filippo ha scritto a me perché avrei dovuto dire a Giulia di rispondergli. Gli ho detto: lasciala tranquilla. E lui: “Non è giusto, me l’ha promesso”. Alla fine ho smesso di rispondere anch’io”.

18:27 – La tesi dello zio: “Filippo forse voleva che si laureassero insieme”

Andrea Camerotto, zio di Giulia, ha avanzato una tesi sul perché della sparizione: “Quello a cui pensiamo è che Filippo abbia fatto questo per laurearsi negli stessi tempi e non vederla andare via. Va bene comunque, si laureerà più avanti, basta che tornino tutti e due, faremo la festa per tutti e due allora. Anche Filippo merita la sua festa di laurea”.

17:30 – L’università di Padova cancella Giulia dall’elenco dei tesisti

Nella giornata di domani Giulia Cecchettin avrebbe dovuto discutere la tesi in ingegneria biomedica: tutto a casa sua era pronto per i festeggiamenti e sabato, quando era uscita con Filippo Turetta, era andata proprio a comprare le scarpe per la discussione. Ora arriva la notizia che gela il sangue: per l’università di Padova Giulia non esiste più ed è sicuro che non ci possa essere una buona notizia entro domani. Il suo nome è stato infatti tolto dall’elenco dei laureandi che discuteranno la tesi. A quanto pare ciò sarebbe dovuto al fatto che la relatrice della ragazza aveva ricevuto l’ultima versione della tesi proprio lo scorso venerdì e lunedì gliel’avrebbe dovuta rimandare approvata. A quel punto la ragazza avrebbe dovuto caricarla sul portale dell’università, ma questo passaggio ovviamente non è mai avvenuto.

16:45 – L’auto di Filippo Turetta intercettata, forse diretta in Austria

L’auto di Filippo Turetta non si è fermata: è arrivata fino in Trentino Alto Adige, è passata da un varco elettronico dove la targa (FA015YE) è stata letta e poi ha superato San Candido e Prato alla Drava. Secondo alcune fonti, il suo obbiettivo potrebbe essere stato l’Austria. Questa novità porta nuovi interrogativi: Filippo Turetta era solo in macchina? Dove si trova adesso? Una fuga da cosa potrebbe essere motivata?

12:11 – La zia di Giulia: “Filippo non era contento che si laureasse”

Continua a delinearsi un quadro inquietante sul comportamento di Filippo nei confronti di Giulia. A parlare ora è la zia della ragazza: “Filippo non era contento che Giulia si laureasse domani perché temeva che si potesse allontanare da lui”. Anche la sorella ha dichiarato nei giorni scorsi di essere molto preoccupata per la loro relazione: “Era una persona molto possessiva che giocava con lei ricattandola emotivamente per continuare a vederla. Lei era buona e cedeva perché sapeva che lui era tanto solo e calcava molto su questo fatto dicendo ‘se te ne vai anche tu io non ho più nessuno”.

Giulia Cecchettin, parla il padre: “Mai avrei potuto immaginare”

“Non riesco ad immaginare di entrare in casa e non sentire più: ‘Ciao papino’”. Questa frase Gino Cecchettin l’ha scritta su Facebook: parla già con rassegnazione, con dolore, rivolge il suo pensiero ad una figlia morta. Con Repubblica non riesce a essere altrettanto definitivo, ma la rassegnazione c’è comunque: “Da genitore ci spero sempre anche se, man mano che il tempo passa, faccio sempre più fatica perché non si riesce a trovarli. Ho trovato la forza di fare quell’appello. Ma non ho ancora nessuna notizia. Le forze dell’ordine stanno lavorando, in tanti si stanno impegnando. Mi manca la sua voce, più passa tempo e più faccio fatica”. Quando parla di Giulia torna il tempo presente, l’alito di speranza: “Sa quello che vuole. Ci manca, spero torni a casa e mi dica ‘Ciao papino’, come è solita chiamarmi lei, anche se sono grande e grosso. Mi manca la sua voce e quel vezzeggiativo”.

Gino Cecchettin parla di Filippo: “Era un tipo tranquillo, timido”

C’è incredulità per il comportamento di un ragazzo che sembrava non avere nulla di strano: “Era venuto a casa nostra, anche quando c’era mia moglie. Nell’ultimo periodo con Giulia non si vedevano. Ma era un tipo tranquillo, timido, non c’era nulla che potesse far presagire qualcosa”. Crede alla testimonianza di chi ha sentito la figlia urlare, e in lui c’è il ricordo, completamente diverso, dell’ultima volta che l’ha vista: “Sabato abbiamo pranzato, poi io sono andato al cimitero, da mia moglie, e avevo delle commissioni da sbrigare. Quando sono tornato a casa lei era uscita, doveva andare fuori per cena. Ma mai avrei potuto immaginare”.

Gli inquirenti, d’altronde, danno un colpo al cerchio e uno alla botte. Da una parte comunicano di cercarli “vivi” e che la speranza è di riportarli a casa: dall’altra le ricerche hanno la dinamica di quando si perlustra un territorio per trovare un cadavere. La convocazione del padre in caserma rende ancora più cupo il quadro della situazione. Lavorano i sommozzatori nel Brenta, e gli elicotteri in cielo: si pensa alla montagna, dove Filippo amava andare e potrebbe essersi nascosto. O potrebbe aver nascosto qualcos’altro.

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2023 07:00