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Yara, tutto annullato: salta udienza per i reperti, colpo di scena

Pubblicato: 16/11/2023 18:57

Continua la battaglia degli avvocati Salvagni e Camporini, legali di Massimo Bossetti. Sono anni, ormai, che i due chiedono una cosa sola, e la chiedono incessantemente: poter accedere ai reperti del delitto Gambirasio e poterli esaminare.Ultimamente era arrivato l’ok a vederli ma non esaminarli, e ora un ricorso presentato, ed accolto, fa sì che si possa mettere in discussione chi, a suo tempo, decise che i vestiti di Nara potevano essere visionati ma al contempo non potevano essere analizzati.
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La storia processuale: le sentenze e i provvedimenti che hanno bloccato la difesa per anni

Guardare e non toccare significa non poter agire. È da questo assunto che giunge la protesta degli avvocati di Massimo Bossetti: la difesa non ha mai potuto fare un controllo verificato del Dna, né dei vestiti della piccola Yara.

La cronistoria processuale è complessa. Il 27 novembre 2019 il tribunale di Bergamo emette provvedimento che autorizza la difesa a visionare ed esaminare i reperti, ma il 2 dicembre, 5 giorni dopo, viene inserita una nota, che però è indirizzata solo all’ufficio corpi di reato, in cui si precisa “he l’autorizzazione concerne la mera ricognizione dei corpi di reato (…) rimanendo esclusa qualsiasi operazione di prelievo o analisi degli stessi”. Il famoso “guardare e non toccare” di cui si parlava prima.

“Errore di fatto” nell’ultima sentenza: la Corte ora dà ragione ai legali di Massimo Bossetti

Il 21 novembre 2021 la Corte di Cassazione consente ai difensori, invece, di visionare e metter mano agli abiti di Yara e sul Dna. Le cose cambiano ulteriormente il 26 luglio di quest’anno, quando i giudici depositano una sentenza in cui dicono che l’autorizzazione deve essere considerata “deve ritenersi irrevocabile, valida, vigente, intangibile e non può essere in alcun modo discussa” (quindi che le cose non devono cambiare da quel momento) ma commettono un “errore di fatto”: si riferiscono al provvedimento del 2019 ed alla sua nota, non considerando che un giudice non può modificare un provvedimento già emesso con una semplice nota, e che quindi quel “guardare e non toccare” non può valere. La corte ora ha accolto il ricorso dei legali ed ha passato la palla alla suprema corte. L’udienza del 20 novembre in cui ci sarebbe dovuto essere il processo di visionamento dei reperti, che però senza una contro analisi è completamente inutile.

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2023 18:58