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Femminicidi, almeno su una cosa Giorgia ed Elly vanno d’accordo

Pubblicato: 22/11/2023 11:56
Elly Schlein e Giorgia Meloni

Femminicidi, si cerca l’intesa oggi in Aula sul ddl Roccella sulla violenza di genere. Intanto, la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, chiama la presidente Giorgia Meloni.Lavoriamo sulla prevenzione“, avrebbe detto Schlein secondo fonti interne al partito. Sia la presidente del Consiglio che quella del principale partito d’opposizione avevano aderito all’invito di Paola Cortellesi, regista del film “C’è ancora domani”, che ha registrato un grande entusiasmo nelle sale italiane. Proprio sulla questione, all’indomani dell’assassinio di Giulia Cecchettin, Cortellesi aveva chiesto di “unire le forze” e spingere “per un progetto, un accordo su temi che le riguardano entrambe, come la prevenzione dei femminicidi, a partire dalla scuola”.
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Giorgia Meloni

Elly telefona a Giogia: “Femminicidi, lavoriamo sulla prevenzione”

“Il governo si impegni a promuovere, in sinergia con il Parlamento e tutte le forze politiche, l’istituzione di percorsi di educazione all’affettività in tutte le scuole di ogni ordine e grado. E, in linea con le migliori pratiche europee, a partire dalle scuole secondarie di primo grado. Promuova anche percorsi di educazione sessuale volti a diffondere in maniera strutturale l’educazione alla parità tra i sessi. La prevenzione della violenza di genere nonché a informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori, a tal fine prevedendo l’istituzione di un apposito fondo”. Questo il testo condiviso all’ordine del giorno in Aula per i partiti di opposizione, Pd, M5s, Iv e Avs, che rispecchiano l’insistenza sulla prevenzione di Schlein.

Elly Schlein

Il testo prosegue: “occorre restituire ai giovani una corretta prospettiva volta al rispetto del prossimo specificatamente nell’ambito della sessualità e dell’affettività per mezzo della scuola. Che attraverso l’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale, può diventare il luogo dove ognuno possa imparare a conoscersi e a conoscere l’altro, diverso da sé. Ad avere rispetto di sé e dell’altro, ad avere la capacità di comprendere le proprie emozioni e di saperle gestire”. “L’educazione sessuale ed affettiva non può essere svolta in maniera disomogenea in base all’iniziativa autonoma dei singoli istituti. Dovrebbe, piuttosto, essere introdotta come misura strutturale quale corso nel programma formativo ministeriale”.