
Il barbaro omicidio di Giulia Cecchettin, compiuto dal suo ex ragazzo Filippo Turetta, ha fatto deflagrare in Italia il dibattito sul cosiddetto ‘patriarcato’. Fiumi di inchiostro e infinite ore di trasmissioni televisive consumati per spiegare se la responsabilità dell’uccisione delle donne/compagne/mogli sia da addebitare totalmente agli uomini e alla cultura patriarcale di cui sarebbe permeato il nostro Paese. Nella discussione entra a gamba tesa anche Nicola Gratteri. Ma le parole pronunciate dal magistrato calabrese durante l’ultima puntata di DiMartedì dividono l’opinione pubblica.
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L’opinione di Nicola Gratteri sul caso Giulia Cecchettin
“Lei nota una cultura patriarcale diffusa nel territorio, nel Paese, tanto da essere una componente essenziale in questi reati?”, gli domanda il conduttore di DiMartedì, Giovanni Floris, parlando dell’omicidio di Giulia Cecchettin. “No, questi reati sono il risultato dell’abbandono dei giovani da decenni, di cattiva educazione, di egoismo dei genitori che non seguono i figli, di una esagerazione nella performance, nella prestazione dei figli”, replica con decisione Nicola Gratteri facendo storcere il naso a molti.
#dimartedi Omicidio Giulia Cecchettin, Nicola Gratteri: "Patriarcato? No, è il risultato dell'abbandono dei giovani, di cattiva educazione ed egoismo dei genitori". https://t.co/QQMkcjvcrA
— La7 (@La7tv) November 21, 2023
“Però scusi, la famiglia…può venire una famiglia sbagliata e là è la scuola e lo Stato che devono pensare a formarli, non puoi essere responsabile per la tua famiglia”, insiste però Floris. “Prima dello stato viene la famiglia”, sottolinea il magistrato. “Bisogna intervenire? Con la scuola”, tenta ancora di provocarlo il giornalista.

Allora Nicola Gratteri puntualizza: “Se la famiglia è sbagliata, allora bisogna intervenire con gli assistenti sociali, bisogna togliere la patria potestà ai genitori, non aspettare che questi si nutrano di cultura mafiosa sbagliata e poi quando hanno 15 anni che li togli a fare, ormai”. E Floris ribatte: “Immagina lo Stato che insegue tutte le famiglie per togliere la patria potestà a quelli che fanno male?”. Ma Gratteri chiude così la discussione: “Intanto noi dovremmo avere degli asili, una scuola a tempo pieno, la mattina gli insegnanti e il pomeriggio altro, bisogna investire”.
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