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“Scarso valore culturale”, bufera sul Ministero che non ha finanziato il film di Paola Cortellesi

Pubblicato: 24/11/2023 16:42
Paola Cortellesi

Successo al botteghino, tema di grande valore per l’Italia, ma nessun finanziamento ministeriale. “C’è ancora domani” è il film che sta riempiendo le sale cinematografiche italiane da più di un mese e oggi la sua sceneggiatrice, regista e protagonista, Paola Cortellesi, compie 50 anni. La Repubblica le “regala” una feroce polemica politica. Nonostante la facilità con la quale si distribuiscono fondi del Ministero della Cultura ai prodotti cinematografici in generale, proprio quello che tratta dell’estensione del voto alle donne nel Paese non ha ottenuto alcun fondo. “Scarso valore culturale” la motivazione del no al finanziamento.
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Paola Cortellesi

Il capolavoro di Cortellesi e il finanziamento ministeriale negato

“C’è ancora domani”, di Paola Cortellesi, è il terzo film per incassi del 2023 in Italia, dietro a “Barbie” e “Oppenheimer”, ma è ancora in sala. Ventiduesima nella classifica degli incassi di tutti i tempi, risultato incredibile se si tiene conto della crisi del cinema post pandemia. Eppure l’opera non è stata ritenuta meritevole di un finanziamento del Ministero della Cultura, perché giudicata “di scarso valore”. A raccontare il retroscena è il presidente dell’Umbria Film Commission, Alberto Pasquale.

Il 6 ottobre 2022 dal dicastero doveva arrivare la decisione sui finanziamenti. “Il progetto si è classificato al 51esimo posto, l’ultimo, in quanto ‘Progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale'”.

Tra le ragioni dell’esclusione, fanno sapere dal ministero, c’è il fatto che il film faceva parte di un’ulteriore sottocategoria: rientrava nei film che sarebbero costati meno di 5 milioni di euro. In questa fascia si potevano finanziare solo 3 film. Quelli scelti sono stati “Rapito” di Marco Bellocchio, “Comandante” di Edoardo De Angelis e “Confidenza”, di Daniele Luchetti, non ancora uscito, basato sul romanzo di Domenico Starnone.

Quello di Cortellesi e, tra gli altri, anche quello di Silvio Soldini, “Le assaggiatrici”, sono stati esclusi. Ma non è tanto questo il punto, dice Pasquale: “Si può imputare al ministero della Cultura quanto meno poca chiarezza nella comunicazione, non c’è nessun distinguo, nessuna postilla da cui la differenza possa essere dedotta”.

Un frammento dalla pellicola di Cortellesi

La catena delle responsabilità, da Toniolo a Franceschini

Appena venuta fuori la notizia, è partito lo scaricabarile. Valerio Toniolo, coordinatore della Commissione che ha scelto i film, fa sapere che non è compito del suo organo comunicare con la stampa. E che la sua commissione assegna fino a un massimo di 3,5 milioni di finanziamento, mentre il tax credit arriva a 380 milioni. Per dire che c’erano altre responsabilità.

Il dicastero di Gennaro Sangiuliano non perde l’occasione di farne un argomento politico. Dall’ufficio stampa il comunicato. “Le date non mentono. La bocciatura di questo film di grande successo, diventato il simbolo della lotta delle donne contro la violenza di genere, non è imputabile a un organismo nominato dal ministro Sangiuliano né è avvenuto in data in cui lui era ministro. Spiace, infine, che questa polemica sia inserita nel discorso più generale legato a questo importante tema”. Lo stesso ministro, dichiara al quotidiano: “Il film di Paola Cortellesi è molto bello, consiglio di vederlo. Se fosse dipeso da me, sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate. Questo conferma il lavoro con cui stiamo riformando l’intero sistema. Per fortuna che, a breve, nel pieno rispetto della normativa, ci sarà una nuova commissione”.

La risposta di Franceschini

Il ministro facente funzioni al 6 ottobre 2022, data in cui ancora non si era insediato il neoeletto Governo Meloni, era Dario Franceschini. Una cosa fatta notare anche stamattina su Viva Rai Due da Rosario Fiorello, di cui il ministro in carica si avvale per confermare quanto dichiarato.

A questo punto, chiamato in causa, l’esponente Pd, Dario Franceschini, risponde. “Ho trovato splendido il film di Cortellesi, ma il compito di un ministro è solo tutelare l’autonomia della commissione tecnica e rispettarne le decisioni, incluse quelle, come in questo caso, non condivise. Un ministro che interferisce nelle decisioni di una commissione che eroga finanziamenti con valutazioni personali o politiche commette un reato. Forse è bene ricordarlo”.

E ancora: “ho letto stupefatto e preoccupato le affermazioni del ministro Sangiuliano. ‘Se fosse dipeso da me sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate’, per poi aggiungere che ‘per fortuna’ sarà presto nominata una nuova commissione. Piuttosto, sono orgoglioso che grazie al meccanismo automatico del tax credit introdotto dalla nuova legge sul cinema, il film di Cortellesi sia stato realizzato anche grazie a un contributo del ministero di oltre 3 milioni di euro”. Secondo Franceschini, dunque, il ministero non deve intervenire nelle decisioni di un organo tecnico. In sostanza, nessuno si assume le responsabilità di un’esclusione quanto meno discutibile.