
Cresce la preoccupazione per Kimberly Bonvissuto, la 20enne di Busto Arsizio, in provincia di Varese, di cui non si hanno più notizie dal 20 settembre. Quando è uscita di casa, alle 4 del pomeriggio. Kimberly ha i capelli rossi ed alta circa 1,55 metri. Al momento della scomparsa, indossava una tuta grigia, scarpe nere e un giubbotto di marca Colmar. L’allarme era stato dato dalla madre, che non riusciva a contattarla telefonicamente.
La scomparsa di Kimberly: il giallo dell’appuntamento
Si è appreso che Kimberly, quella sera del 20 novembre, avrebbe avuto un appuntamento con un ragazzo, ma senza dirlo a sua madre, a cui invece aveva raccontato un’altra storia: un’uscita a cena con la cugina, con cui avevano concordato di tornare a casa allo stesso orario, le 22, per non destare sospetti nelle rispettive famiglie. Da quel momento, però, si sono perse le tracce della ventenne e il suo telefono risulta spento. La cugina ha spiegato che Kimberly le aveva chiesto di “coprirla” perché doveva vedere un ragazzo, ma ha spiegato di non conoscere la sua identità.
Kimberly, zoom degli investigatori sui filmati delle telecamere
In queste ore le forze dell’ordine stanno analizzando anche le riprese delle telecamere di sorveglianza, per tentare di ricostruire il tragitto compiuto dalla ragazza da quando è uscita di casa lunedì pomeriggio. Kimberly stava cercando lavoro e, tra le ipotesi, ci sarebbe anche l’incontro con persone a lei sconosciute, che potrebbero averle offerto un lavoro.
Kimberly è uscita con il caricabatterie ma il suo telefono risulta spento
“Kimberly è uscita solo con il telefonino e il caricatore, ma non aveva con sé i documenti, né carte di credito né i vestiti”, ha precisato la mamma al quotidiano La Prealpina. Nel frattempo pare che la polizia abbia registrato il caso come “allontanamento volontario”, tuttavia gli investigatori hanno già dato il via alle ricerche. Probabilmente anche sulla scorta di quanto avvenuto con Giulia Cecchettin: anche il suo, in principio era stato catalogato come “allontanamento volontario”. E, purtroppo, sappiamo tutti com’è finita.