Vai al contenuto

Processo Grillo per stupro, le domande da medioevo a Silvia

Pubblicato: 13/12/2023 20:22
Grillo stupro domande medievali

Emerge un quadro controverso nel processo per stupro di gruppo in cui è coinvolto Ciro Grillo, figlio del fondatore dei Cinque Stelle, e i suoi tre amici genovesi, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. Il processo, che si tiene a Tempio Pausania, si è concentrato su un interrogatorio definito “da Medioevo” dall’avvocato Dario Romano, che assiste la vittima, identificata con il nome fittizio Silvia.
Leggi anche: Ragazza denuncia stupro, il pm non le crede: “Il suo ‘no’ non fu chiaro”

Nel corso dell’interrogatorio, condotto da Antonella Cuccureddu e dal presidente del collegio giudicante, Marco Contu, sono state poste domande estremamente intime e dettagliate, focalizzate sui momenti specifici dell’evento sessuale, incluse le circostanze in cui gli slip di Silvia sono stati rimossi. Queste domande hanno suscitato preoccupazioni riguardo la possibile “vittimizzazione secondaria” della ragazza.

Il processo si basa su tre video registrati il 17 luglio 2019, che ritraggono l’evento nella villetta di Cala di Volpe, di proprietà della famiglia Grillo. Secondo Silvia, lei è stata abusata dopo essere stata costretta a bere vodka. Gli imputati, invece, sostengono che si trattasse di rapporti consensuali. I video trovati nei telefonini degli imputati sono considerati da alcuni come prova dello stupro e da altri come documentazione del consenso.

Silvia e la sua amica Roberta (nome di fantasia), assistite dagli avvocati Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano del Foro di Milano, avevano denunciato l’incidente nove giorni dopo l’accaduto ai carabinieri di Milano. Questo caso solleva questioni significative riguardo le modalità di conduzione dei processi per violenza sessuale, il trattamento delle vittime in aula e la distinzione tra consenso e costrizione.

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2023 11:49