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Bruciata di nuovo l’auto della sorella di Rino Gattuso: appena ricomprata dopo il precedente rogo

Pubblicato: 15/12/2023 16:25

Nuova intimidazione ai danni di Ida Gattuso, sorella dell’ex calciatore ed attuale allenatore dell’Olympique Marsiglia Rino. Dopo l’incendio dell’auto il 17 ottobre scorso, ignoti hanno dato fuoco anche alla seconda vettura della donna, un suv Opel Grand Land, parcheggiata in strada a Corigliano, in provincia di Cosenza.

L’auto presa di mira nelle scorse ore era stata da poco comprata dalla ex vicepresidente del Consiglio comunale di Rossano Calabro dopo la distruzione della precedente auto.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco ed i carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano che hanno avviato le indagini su questo ennesimo episodio criminale ai danni della Gattuso.
La donna in passato è stata consigliere dell’allora comune di Corigliano Calabro prima della fusione con Rossano.
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Lo sfogo del sindaco Stasi

Nessun dubbio sulla natura dolosa del fatto ma resta da capire il movente e la possibile comune origine dei due roghi. Secondo indiscrezioni, gli inquirenti al momento propendono per questioni legate alla sfera personale della vittima.

Prontamente, sono arrivati i messaggi di solidarietà da parte dell’amministrazione locale: “Nell’esprimere nuovamente la solidarietà personale e dell’intera città ad Ida e a tutta la famiglia Gattuso, vittima di un nuovo attentato incendiario, voglio sottolineare ancora una volta l’assurdità di questa situazione paradossale nella quale una città operosa, importante, con un tessuto produttivo e sociale tra i più vivi della Calabria si trova sistematicamente vittima di questi attentanti vigliacchi e balordi senza che lo Stato si interroghi veramente sul da farsi” ha dichiarato il sindaco.

“La nostra comunità non ne può più di rassicurazioni, di interventi spot, della totale disconoscenza e sottovalutazione del nostro territorio da parte delle autorità centrali. Ora basta. – ha dichiarato il sindaco Flavio Stasi – Non sanno nulla del territorio né chi è deputato a rappresentarci riesce a farlo capire. Non sapevano nulla della follia che stavano realizzando chiudendo il tribunale dieci anni fa e continuano a non sapere nulla lasciando Polizia, Carabinieri e tutte le Forze dell’Ordine come se fossimo un paesino”.
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