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Fucili ai sedicenni, il governo ritira la proposta shock

Pubblicato: 28/12/2023 16:06

Dopo la bufera e l’indignazione contro Fratelli d’Italia, il partito di maggioranza fa un passo indietro e ritira la proposta. Nessuna modifica in senso estensivo ai calendari per la stagione venatoria, niente nuove specie inserite nei permessi di caccia. E soprattutto niente fucili ai minori di 18 anni. Il ministro competente, Lollobrigida afferma: “Proposta mai concordata con il governo”. Pronta risposta del firmatario, il senatore Amidei, che conferma il passo indietro.
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Lollobrigida

Lollobrigida: “Proposta mai concordata con il governo” e il firmatario conferma

“Ho chiesto al senatore Amidei di ritirare la sua proposta di legge, mai concordata con il governo. Senza entrare nel merito dei temi trattati, ritengo evidente sia necessario evitare ogni polemica derivante da proposte individuali che non rientrino in un riordino complessivo e omogeneo in chiave europea dell’attività venatoria”. Così ha dichiarato il ministro Lollobrigida in una nota. “Le polemiche strumentali e artificiose prodotte da azioni di questa natura ritengo inquinino un dibattito finalizzato a garantire le attività legali esercitate da liberi cittadini, compresa quella in oggetto”.

“Su richiesta del ministro Lollobrigida, ho ritirato la proposta di legge a mia firma”, ha risposto Amidei.

La proposta che ha creato una minicrisi nel governo

Il panorama della caccia in Italia potrebbe essere destinato a un cambiamento significativo, con il partito Fratelli d’Italia che sta lavorando a una riforma della legge sulla caccia, comunemente nota come “157/92“. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, un appassionato cacciatore di famiglia, è tra i sostenitori di questa iniziativa. Le proposte contenute nella riforma hanno suscitato un acceso dibattito sulla questione della caccia e delle sue norme.

Riforma sulla caccia, fucili in mano dai 16 anni in su

Uno dei punti principali della proposta è l’abbassamento dell’età minima per la caccia a 16 anni, con il consenso del tutore legale per i minori. Attualmente, i minori non possono utilizzare armi da fuoco per attività venatorie. La riforma propone anche di consentire la caccia nelle aree protette e demaniali e di autorizzare il trasporto delle armi nei parchi nazionali e nelle riserve, rimuovendo il divieto attuale. La zona in cui la caccia sarà vietata sarà limitata al 30% del territorio nazionale, con una percentuale più bassa del 20% nelle zone alpine. Ciò richiederebbe la revisione delle aree protette esistenti.

Un altro cambiamento proposto riguarda il periodo di caccia, che dovrebbe iniziare nella prima decade di settembre e terminare nella terza decade di febbraio, senza restrizioni basate su aperture regionali. Ogni cacciatore potrebbe scegliere tre giorni a settimana per cacciare, e verrebbero eliminate le giornate di divieto di caccia (martedì e giovedì). L’addestramento dei cani da caccia, attualmente considerato parte dell’attività di caccia, diventerebbe libero e consentito anche durante le fasi di “ferma” dei cani. Inoltre, i titolari e i dipendenti di attività agrituristiche, agricole e venatorie avrebbero il permesso di cacciare tutto l’anno, a patto di possedere le relative licenze.

La riforma, le altre proposte di Fratelli d’Italia

La proposta di riforma consentirebbe inoltre la caccia nelle zone innevate, attualmente limitata all’arco alpino, e nelle zone di piena dei fiumi, rimuovendo un divieto imposto dall’Unione europea. La caccia a qualsiasi specie venatoria sarebbe permessa per l’uso come richiamo, non limitata alle sette specie specificate dalle leggi attuali. Alcuni reati di caccia verrebbero declassati a sanzioni amministrative.

Una parte chiave della riforma riguarda l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che verrebbe spostato sotto la presidenza del Consiglio dei ministri, perdendo la sua indipendenza. Questo potrebbe influenzare in modo significativo la gestione delle questioni ambientali e della fauna selvatica. Le regioni avrebbero maggiore potere decisionale, con quindici amministrazioni su venti attualmente in mano al centrodestra.

L’argomento della caccia e della sua normativa è sempre stato oggetto di dibattito in Italia, e questa riforma potrebbe portare a cambiamenti significativi nel settore. La discussione rimane aperta, con molte voci contrarie alle proposte di Fratelli d’Italia e preoccupate per il possibile impatto sulla fauna selvatica e sull’ambiente. Nel frattempo, l’Associazione per la cultura rurale ha raccolto oltre 500.000 firme per cercare di influenzare il processo legislativo.

Ultimo Aggiornamento: 29/12/2023 15:54