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L’immunologa Antonella Viola: “Anche io molestata due volte sul lavoro, non denunciai”

Pubblicato: 28/12/2023 07:46

L’immunologa e professoressa Antonella Viola ha denunciato diversi episodi di molestie sessuali subite nel corso della sua carriera accademica. Viola, attualmente membro del direttivo del Centro Elena Cornaro per le questioni di genere all’Università di Padova, ha condiviso con la Repubblica due episodi personali di molestie.
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Il professore: “Posso renderti la vita molto complicata”

Il primo episodio risale al periodo immediatamente successivo alla sua laurea in Biologia, quando, durante un esame di ammissione al dottorato di ricerca, subì un tentativo di ricatto sessuale da parte di un professore ordinario. Nonostante fosse riuscita a superare l’esame, il professore le fece capire che avrebbe potuto complicarle la vita accademica se non avesse accettato di frequentare il suo studio regolarmente: ” Un professore ordinario cercò in ogni modo di mettermi in difficoltà con le domande. Vinsi il dottorato lo stesso e dopo qualche giorno lui mi chiamò nel suo ufficio. Come vedi nessuna però denuncia. Si limitano a parlarne in forma anonima». Per paura. «Le ritorsioni – precisa – contro la carriera sarebbero a quel punto certe. Ci sarebbero ripercussioni sulla loro reputazione. Nessuna sceglie di andare fino in fondo, disse, ma se prendi l’abitudine di passare dal mio studio tutti i tuoi problemi si risolveranno”. Viola, all’epoca ventiduenne, decise di confidarsi con un professore di fiducia, che intervenne in suo favore. Ora però pensa al fatto che avrebbe potuto denunciarlo: “Il ricatto sessuale è reato”.

Il secondo episodio avvenne all’estero, dove un superiore le fece un’avance sotto forma di ricatto. Anche in questa occasione, Viola si trovò paralizzata e, non trovando sostegno adeguato: scelse quindi di tornare in Italia.

La paura di denunciare: il rischio di una ritorsione è certo

Viola evidenzia la difficoltà di denunciare queste situazioni, soprattutto per paura di ritorsioni sulla carriera e sulla reputazione. Secondo lei, il problema delle molestie sessuali è diffuso nell’ambiente accademico, particolarmente in facoltà come Medicina, dove prevale una cultura patriarcale. La scarsa presenza di donne in posizioni di potere, come professoresse ordinarie o primarie nei reparti ospedalieri, è vista come un ulteriore ostacolo alla denuncia e al cambiamento: “Nessuna denuncia. Si limitano a parlarne in forma anonima”. Per paura. “Le ritorsioni contro la carriera sarebbero a quel punto certe. Ci sarebbero ripercussioni sulla loro reputazione. Nessuna sceglie di andare fino in fondo“.