
Dopo una lunga attesa e sette richieste respinte, è stato finalmente conferito l’incarico per l‘autopsia sul caso della morte di Stefano Dal Corso, detenuto deceduto nel carcere di Oristano il 12 ottobre 2022. L’appuntamento è fissato per il 4 gennaio alle ore 12 presso la procura di Oristano. La decisione è stata presa in risposta alle richieste della sorella della vittima, Marisa Dal Corso, che ha chiesto chiarezza sulla morte del fratello.
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Stefano Dal Corso, tutto quel che non torna sulla sua morte
Il caso presenta numerosi punti oscuri e sospetti che circondano la morte del detenuto romano. La sua morte è avvenuta mentre era detenuto nel carcere di Massama, in Sardegna, dove era stato trasferito per assistere a un processo che lo riguardava. Marisa Dal Corso ha sollevato dubbi fin dall’inizio, notando che le scarpe indossate dal fratello non erano le sue.

Le prove fornite dalla procura non sono state ritenute soddisfacenti, e la sorella ha notato che le foto del corpo del fratello erano state fatte in bianco e nero con una fotocopiatrice. Le richieste di effettuare un’autopsia sono state respinte per sette volte dalla procura, nonostante diverse testimonianze abbiano sollevato sospetti di pestaggio e omicidio. Uno degli ultimi testimoni ha suggerito che Stefano Dal Corso potrebbe essere stato ucciso per aver assistito a un rapporto sessuale tra operatori del carcere.

L’autopsia è ora vista come l’unica via per eliminare ogni dubbio sulla vicenda e stabilire se ci siano state irregolarità o comportamenti illegali legati alla morte del detenuto. La sorella di Stefano Dal Corso, la sua avvocata Armida Decina e numerose altre persone attendono con ansia i risultati dell’autopsia, sperando che possa finalmente portare chiarezza su questa tragica vicenda.