
L’Italia se facciamo un bilancio dell’anno ormai agli sgoccioli è un paese congelato, doppiamente congelato. È sostanzialmente fermo sul piano economico, ancora il PNRR non ha prodotto nessuna spinta e la droga grillina di RDC e Superbonus si è esaurita. Ed è fermo sul piano politico. Mai si è verificata una stagione in cui sostanzialmente nulla o quasi cresce e nessuno decresce. Siamo praticamente fermi alla situazione di un anno fa, soprattutto nella sintesi dei poli andarti al voto.
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Italia ferma davanti al baratro, e Meloni congelata a letto dagli otoliti
E come se il Paese davanti a sconvolgimenti globali, pandemia, guerre, crisi energetica, sconvolgimenti climatici, sia rimasto attonito, impietrito, come i dinosauri al tempo della grande glaciazione. I dinosauri erano vecchi, come gli italiani, il popolo più anziano del mondo. Davanti a tutto questo sconvolgimento mondiale siamo come atterriti dal futuro, non sappiamo se comprarci una macchina elettrica o aspettare l’idrogeno, studiare informatica o temere che i programmatori siano sostituiti dal AI. Non sappiamo se tornare a dei valori tradizionali o scivolare nel fluid di questi tempi, soprattutto non sappiamo se fare figli, comprare una casa con questi tassi è impossibile, o rinunciarvi. Se i boomer, oggi ottantenni, speravano di avere tutto, i millennial temono che il tutto arrivi, e si nascondono nell’oggi, nella mezza giornata. Non ci sono più leader né certezze, cade la Ferragni e Mancini emigra a Riad. Perfino l’indistruttibile Regina dei Draghi del Trono di Spade, la Premier Man Meloni si arrende agli otoliti. Ha le vertigini, e non si può muovere, l’esatta immagine di questo immobile Paese. Sembra che invece di vivere, produrre, procreare, sognare, giochiamo alle belle statuine, sprecando il tempo delle generazioni.
Così è, se vi pare.