
Una recente scoperta ha aggiunto una nuova dimensione al tragico caso di Giulia Cecchettin, la giovane donna tragicamente assassinata. Andrea Camerotto, zio di Giulia, ha trovato una lettera scritta da un ragazzo di nome Filippo, presso la tomba di Giulia. La lettera, condivisa sui social media da Camerotto, inizia con delle scuse, rivelando una coincidenza inquietante: Filippo condivide il nome con l’assassino di Giulia.
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In questa lettera di due pagine, Filippo si rivolge direttamente a Giulia, esprimendo i suoi pensieri e le sue riflessioni. Confessa di aver sentito parlare di Giulia per la prima volta in televisione e di come, contemporaneamente, stava vivendo una situazione personale con la sua ex-ragazza. Questa coincidenza lo ha spinto a una profonda introspezione.
Filippo parla della sua capacità di gestire le emozioni e i suoi comportamenti, confrontandosi con il modo in cui gli amici e i conoscenti di Turetta, l’assassino di Giulia, descrivevano il suo comportamento ossessivo nei confronti di Giulia. Riflette sulla sottile linea che separa le azioni innocue da quelle pericolose, ammettendo di sentirsi arrabbiato e dispiaciuto per gli uomini che rovinano la vita delle donne. Si chiede quanto lui stesso possa essere diverso da questi uomini.
Filippo, un giovane del vicinato, conclude la sua lettera continuando a scusarsi con Giulia, non solo a nome proprio ma a nome di tutti, per ciò che considera un fallimento collettivo. Esprime ammirazione per la famiglia di Giulia, le cui parole hanno ispirato molte persone a riflettere su questioni fino ad allora sconosciute.
La lettera si chiude con un commovente saluto: “Un abbraccio, Filippo”. Questo gesto offre uno spaccato di sensibilità e riflessione in una storia altrimenti dominata dal dolore e dalla perdita, sottolineando l’importanza del dialogo e della consapevolezza in questioni di violenza e ossessione.