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Incidente aereo, come hanno fatto a salvarsi. Incredibile

Pubblicato: 03/01/2024 18:38

Quanto accaduto a Tokyo con un aereo della Japan Airlines che ha preso fuoco in fase di atterraggio fa tornare di grande attualità la tematica della sicurezza in volo. L’aereo è il mezzo di trasporto statisticamente più sicuro al mondo: nel 2013 Arnold Barnett, professore di statistica del MIT di Boston, ha dichiarato che il rischio di morte per i passeggeri di linee aeree commerciali corrisponde a una su 45 milioni di voli. Ma cosa ha determinato, nel caso del volo della Japan Airlines, il successo nelle procedure di evacuazione dell’aereo?
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Un minuto e mezzo, non di più: è questa la base del piano internazionale per evacuare ogni tipologia di aereo per tutti i passeggeri anche se il velivolo è pieno. Sono 90 i secondi in cui, dal momento in cui viene dichiarata l’evacuazione, tutte le persone devono essersi alzate dal proprio sedile ed essere riuscite a uscire dalle porte d’emergenza che non sempre, però, sono tutte sfruttabili.

Protocollo rispettato alla perfezione nel caso dell’Airbus A350 della Japan Airlines. Ma in dettaglio, cosa è successo?
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A bordo c’erano 367 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio

A bordo dell’Airbus che ha preso fuoco c’erano 367 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio: tutti salvi e sbarcati in meno di venti minuti. Merito delle rigorose norme di sicurezza, della preparazione del personale, del sangue freddo e della compostezza dei viaggiatori. Hanno eseguito gli ordini, nessuno ha indugiato nel cercare di recuperare i propri effetti personali, tutti hanno lasciato nelle cappelliere i bagagli a mano.

L’aver lasciato i propri oggetti di valore a bordo è stato fondamentale: le borse sono di intralcio nel corridoio dell’aereo, ritardano l’uscita e rischiano di danneggiare gli scivoli di emergenza. In base alla grandezza dell’aereo saranno a disposizione più o meno uscite d’emergenza: nei Boeing 737 e Airbus A320 sono 4 per ogni lato, negli Airbus A380 addirittura 16. Il fumo, si sa, è leggero e tende a salire: ecco perché se c’è un incendio a bordo camminare bassi può fare la differenza per evitare di respirare quell’aria così nociva e in grado di intossicare.

Tutti i passeggeri sono stati collaborativi

“All’inizio ho visto le scintille uscire dal motore, poi è scoppiato l’incendio. Pensavo davvero che sarei morto“, questo il racconto di Tsubasa Sawada, residente a Tokyo, riportato dal Guardian. Se l’incendio si fosse propagato più velocemente sarebbe stato un disastro, tuttavia la professionalità mostrata dagli assistenti di volo combinata con l’alto livello di cooperazione tra i passeggeri è stata determinate. “L’equipaggio di cabina ha fatto un ottimo lavoro. È stato un miracolo che tutti i passeggeri siano scesi e va rimarcato il fatto che nessuno aveva con sé il bagaglio a mano”, ha spiegato al Guardian Paul Hayes, direttore della sicurezza aerea presso la società di consulenza aeronautica Ascend by Cirium.

L’ultimo incidente della Japan Airlines

Il 12 agosto 1985, il volo Japan Airlines 123 è precipitato sul monte Osutaka, nel Giappone centrale. A bordo del Boeing 747 che stava compiendo quel volo c’erano più di 500 persone. L’unico incidente aereo che nella storia ha causato più morti di quello del volo Japan Airlines 123 avvenne nell’isola spagnola di Tenerife nel 1973: in quel caso si scontrarono due aerei e morirono 583 persone.

La causa dell’incidente del volo 123 della Japan, venne fatta risalire a una riparazione difettosa e non a un errore del pilota, tuttavia l’incidente e le sue conseguenze hanno lasciato un segno profondo nella cultura della sicurezza della compagnia aerea, tanto che la fusoliera lacerata e sedili danneggiati recuperati dai rottami vennero esposti per sensibilizzare i dipendenti.

Ora, con questo incidente, la compagnia ha dimostrato ancora una volta di essere tra le più sicure ed efficienti al mondo.
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Ultimo Aggiornamento: 04/01/2024 14:02