Vai al contenuto

Omicidio Matteuzzi, chiesto ergastolo per Padovani. Disse: “L’importante è che lei muoia”

Pubblicato: 12/01/2024 17:05

In un’atmosfera carica di tensione e dolore, la Corte d’Assise di Bologna, presieduta dal giudice Domenico Pasquariello, ha assistito alle fasi cruciali del processo a Giovanni Padovani, imputato per l‘omicidio dell’ex fidanzata Alessandra Matteuzzi. Durante la discussione in aula, la procuratrice aggiunta Lucia Russo ha affermato con fermezza: “Le prove consentono di appurare la responsabilità dell’imputato al di là di ogni ragionevole dubbio”.
Leggi anche: Omicidio Matteuzzi, Padovani finge di avere le allucinazioni ma poi fa l’occhiolino al suo avvocato

Matteuzzi/Padovani: da una “relazione morbosa” al delitto

Il delitto, secondo Russo, “avviene all’esito di una relazione morbosa ed è l’espressione di una volontà padronale e di asservimento della vittima da parte di Padovani”. Francesca Rago, pm, ha delineato la natura aggravante delle azioni dell’imputato, sottolineando la brutalità del delitto.

Le richieste della difesa, rappresentata dall’avvocato Gabriele Bordoni, di effettuare una risonanza magnetica sull’imputato e di far testimoniare la psichiatra del Rop del carcere di Piacenza, sono state respinte dalla Corte.

La testimonianza della vicina: “Le sbatteva addosso una panchina”

Le testimonianze dei vicini di Alessandra Matteuzzi, lette in aula, hanno rivelato la violenza scioccante dell’aggressione. Secondo le dichiarazioni, Padovani avrebbe attaccato Matteuzzi nel cortile di casa, dapprima con uno spray al peperoncino e poi usando una panchina come arma. Una vicina, Veronica Satanassi, ha descritto una scena di terrore: “Ho deciso di scendere per aiutarla e lei era stesa a terra, inerme, con il ragazzo sopra di lei che sollevava una panchina e gliela sbatteva addosso, due, tre volte. I suoi capelli biondi sono diventati rosa. Era una scena tremenda, c’era sangue ovunque”.

Le testimonianze hanno anche rivelato il comportamento alterato ma lucido di Padovani durante l’aggressione, con affermazioni agghiaccianti come “Non mi interessa andare in carcere, l’importante è che muoia lei”, pronunciate dopo aver colpito la vittima con calci violenti.

Il racconto dei testimoni ha dipinto un quadro di violenza inaudita, con Padovani che si avvicinava alla vittima fingendo preoccupazione, solo per poi aggredirla ulteriormente. La situazione descritta dagli occhi dei vicini ha lasciato l’aula immersa in un silenzio attonito.

Padovani impassibile e inespressivo, interagiva solo con il suo difensore

La sorella di Alessandra Matteuzzi, presente in aula, è stata sopraffatta dall’emozione, scoppiando in lacrime mentre la procuratrice ripercorreva i dettagli della terribile serata. Nel frattempo, l’imputato Giovanni Padovani ha mostrato un atteggiamento impassibile e inespressivo, salvo per alcuni momenti in cui ha interagito con il suo difensore.

Le parole della procuratrice aggiunta Lucia Russo hanno rafforzato l’idea di una responsabilità inequivocabile di Padovani nell’omicidio di Alessandra Matteuzzi, un crimine che ha lasciato un segno indelebile nella comunità e ha sollevato questioni profonde su relazioni abusive e violenza di genere.

Il processo a Giovanni Padovani per l’omicidio di Alessandra Matteuzzi continua a svelare gli strati di una tragedia che ha scosso profondamente la società, ponendo sotto i riflettori la gravità della violenza domestica e la necessità di interventi efficaci per prevenirla e contrastarla.