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Omicidio Matteuzzi, Padovani finge di avere le allucinazioni ma poi fa l’occhiolino al suo avvocato. Picozzi: “Tutto concordato”

Pubblicato: 16/12/2023 12:35
Giovanni Padovani non sarà trasferito al Rems

“Ipotizziamo anche che ci siano stati questi tradimenti. Noi non abbiamo alcun riscontro ma per i tradimenti non è prevista la pena di morte, no? Perché lei non ha semplicemente interrotto la relazione?”. Incomincia così l’interrogatorio a Giovanni Padovani, l’ex calciatore di 28 anni che uccise la sua ragazza Alessandra Matteuzzi nell’agosto 2022 e che ora preme per ottenere l‘infermità mentale.

Padovani risponde: “Ho capito di essere malato, non sto bene, da solo non ce la faccio, ho bisogno del vostro aiuto, ed è anche questo il motivo per il quale avevamo chiesto di poter andare in una Rems”, aveva detto in aula, davanti alla Corte d’Assise di Bologna. Un gesto fatto al suo avvocato durante un interrogatorio, svelerebbe in realtà la reale natura dell’accusato. Ma cos’è successo durante il processo?
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A “Quarto Grado” l’interrogatorio di Padovani

La registrazione video del colloquio è stata trasmessa durante la puntata del programma Mediaset ‘Quarto Grado’ di venerdì 15 dicembre. L’ex calciatore racconta: “Io sinceramente a oggi sono sconvolto, non mi capacito, non riesco a capire se Alessandra sia ancora viva oppure no, perché dopo l’aggressione, quando l’hanno portata in ospedale, lei ancora respirava”, risponde Padovani che il 23 agosto 2022 ha ucciso con martellate, calci e pugni l’ex compagna, sotto l’abitazione di lei.

Continua dicendo: “Anche qua dentro non mi è arrivata una lettera, non mi è venuta a trovare, anche in questo momento ha dimostrato che di me non le interessa, non gliene frega nulla. Non mi è mai stata vicino e mi ha fatto vivere degli alti e bassi tante volte, come delle montagne russe. Io avevo bisogno di lei ma non mi è stata vicino. Quando ero solo, mi sentivo ancora più solo; quando ero in trionfo, mi faceva sentire un dio. Questo è”.

Picozzi però, analizza un particolare

Secondo la perizia dei periti del tribunale, al momento della commissione del fatto, Padovani era capace di intendere e di volere e le voci che ammetterebbe di sentire sarebbero comunque sorte in carcere, a 4 mesi dall’omicidio. Dichiarazioni alle quali i periti danno poca credibilità, così come sostenuto anche dallo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi, durante la trasmissione “Quarto Grado” andata in onda su Rete 4 ieri 15 dicembre.

La recita di Padovani

L’obiettivo di Padovani ora è quello di ottenere la grazia giudiziaria: l’incapacità di intendere e di volere mentre uccideva a martellate la sua ex ragazza Alessandra Matteuzzi, di 56 anni. Il passo falso però l’ex calciatore, l’ha compiuto il 15 febbraio del 2023 durante l’interrogatorio: “Rivedendo quella sorta di occhiolino durante l’interrogatorio, possiamo dire che certamente viene furi la sua componente narcisitica e questo orienta verso la capacità e il controllo delle proprie emozioni“, spiega Picozzi. “Anche raccontare dei deliri e delle allucinazioni, però, se sono veramente esistenti e hanno una base, sono accompagnati a queste verbalizzazioni anche da una partecipazione emotiva. Non basta dire sento delle voci e fare delle facce”.

Una mossa, quella dell’occhiolino, strategica per la difesa. Ma, per Picozzi l’imputato starebbe recitando e fortunatamente non è semplice simulare una malattia mentale. Gli psichiatri forensi sono preparati a coglierle”, ha infine concluso il famoso criminologo.
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