di Giovanni Pizzo
L’Iowa, il campanello di avvio delle elezioni americane è squillato. Trump si ripresenta, come il reflusso gastroesofageo, ai nastri di partenza come candidato da battere. Una guerra tra vecchi, come il film dei fratelli Cohen, quella tra lui e Biden, niente di nuovo sul Fronte Occidentale. Ma se Trump vincesse, lo scacchiere della tensione globale muterebbe. Putin potrebbe allargarsi ad Ovest con uno Zelensky ormai fuori dai giochi. Secondo scenari dell’intelligence tedesca potrebbe già attaccare Paesi Nato, quelli baltici, dove vivono significative frange di popolazione russofona, per presentarsi al tavolo delle trattative fortemente avanzato.(Continua a leggere dopo la foto)
In tutto questo scenario l’Europa è messa in gergo a panino, come una sottiletta tra due fette di pane. Lo spessore geopolitico dell’Europa, in assenza di politica e leadership, è destinato ad assottigliarsi, è solo una Unione indecisa a vocazione monetaria, ma non ha politica, politici, non ha un esercito, risorse energetiche e materie prime strategiche. Siamo solo dei comprimari su una scena globale, che si guardano allo specchio pensando ad un Oscar di secondo livello. Il film non lo facciamo noi, ci prendiamo i premi minori, tipo i costumi o il trucco. Nell’industria del Potere globale siamo gli artigiani della qualità di Poltrone e Sofà. Se non usciamo con un uomo/donna forte, fortissima, a Capo della prossima Commissione Europea verremo assoggettati ad Est o Ovest. È finito il tempo del monetarismo, è tempo di guerra, e quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.