Vai al contenuto

“Ho rischiato di morire”. La rivelazione choc di Amadeus: “È successo quando avevo 7 anni”

Pubblicato: 23/01/2024 20:45
amadeus ho rischiato di morire

Una confessione inedita a poche settimane dal Festival di Sanremo 2024, quella rilasciata da Amadeus al settimanale Chi. Durante la quale il conduttore ha anticipato che quella attuale potrebbe essere la sua ultima volta sul palco dell’Ariston e rivelato una storia della sua infanzia. “In realtà pensavo di fermarmi dopo il primo Festival perché, quando mi è stato chiesto per la prima volta, dentro di me ho pensato: Non avranno trovato nessun altro. Mi ero fatto questa idea, ma poi mi sono detto: Lo devo fare come va fatto. In questo non ho avuto un atteggiamento prudente. Ho detto: Lo faccio come voglio, mi assumo la totale responsabilità”.
Leggi anche: Sanremo, esplode il caso Covid: tamponi e isolamento, infuria la polemica

“Il secondo mi è stato chiesto ad agosto – ha spiegato Amadeus – era l’anno del Covid e non era sicuro nemmeno che lo avremmo fatto. Mi sono impuntato per farlo, non volevo che ci fosse un buco di un anno: Sanremo è un appuntamento costante nella storia del Paese e della musica. Dopo il Covid pensavo di non farne altri, invece andò bene e feci anche il terzo. L’amministratore delegato di allora della Rai, Carlo Fuortes, mi disse: Ti va di fare i prossimi due Festival? Ed eccomi al quinto”.

Amadeus ha anche rivelato un episodio del passato: a 7 anni si è ammalato di nefrite e ha rischiato la vita. Ha passato tre mesi all’ospedale di Bussolengo e i suoi genitori si sono rivolti a Santa Rita da Cascia, alla quale sono devoti, per chiedere aiuto: “Sono molto credente, e credo che i miracoli possano accadere. Per questo prego Dio e Santa Rita per la salute, non prego mai per il lavoro, per farmi andare bene Sanremo, lo troverei irrispettoso. Ricordo tutto perfettamente, anche se avevo 7 anni. Ho un ricordo nitido, come se fosse accaduto cinque anni fa. Ricordo la sofferenza, il dolore dei miei genitori, i pianti quando il dottore disse loro che la situazione era grave. Ricordo le trasfusioni, l’ospedale. Ho tutto qui, davanti agli occhi. Per due anni non ho potuto fare sport, correre, vivere come tutti gli altri bambini. E ricordo la gioia quando, a 9 anni, il dottore mi disse: Ora sei guarito, puoi tornare a giocare a pallone. Questa cosa mi ha responsabilizzato, sono cresciuto più velocemente. Sono sempre stato responsabile, non ho mai fatto colpi di testa perché non volevo dare altri dolori ai miei genitori”.

Leggi anche: Lutto nella musica, addio a Giorgio, il più giovane dei fratelli Bennato

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2024 18:15