
Il tema dell’aborto continua a scatenare forti polemiche tra maggioranza e opposizione. Nelle scorse settimane, era stata la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella a riconoscerlo come un diritto, aggiungendo però un “purtroppo” che aveva fatto molto discutere. Ora, nella bufera è finito il convegno organizzato dalla Lega alla Camera dei deputati, durante il quale sono emerse frasi come “L’aborto non è un diritto legalmente accettabile”. E ancora: “Anche nei casi più tragici, come quelli di stupro, non è mai giusto”. Parole che hanno ovviamente avuto un grande eco mediatico.

In discussion è finita anche la legge 194 del ’78, confermata dalla stragrande maggioranza degli italiani che votarono al referendum del 1981 (88% di favorevoli all’interruzione di gravidanza, su quesito dei Radicali), legge che finora la maggioranza di Giorgia Meloni aveva assicurato di non voler toccare. Definita però durante il convegno “non necessariamente morale”.

A prenotare la sala per l’evento era stato il deputato salviniano Simone Billi. Durante l’incontro, è stata presentata la rivista “Biopoetica”, che nega che l’aborto sia un diritto. Al massimo, si legge nel documento “l’aborto è una soluzione pratica”, ma appunto “non è sublimabile a diritto inalienabile: non è mai giusto”. Sull’accaduto è subito intervenuto il Partito Democratico, che ha chiesto spiegazione alla premier Giorgia Meloni.
Leggi anche: Scooter contro un rider in bicicletta, morto un uomo di 55 anni a Roma: la dinamica dell’incidente