
Il caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin fa ancora discutere. Stavolta è una petizione a scatenare la polemica. La raccolta firme, partita sulla piattaforma online Change.org, chiede all’avvocato Giovanni Caruso, che difende l’assassino reo confesso Filippo Turetta, di rinunciare al suo incarico per manifesta incompatibilità, visto che ricopre anche il ruolo di professore ordinario di Diritto penale all’Università di Padova, l’ateneo frequentato da Giulia. Purtroppo però fino a questo momento la petizione ha racimolato soltanto 165 firme. E la replica della rettrice dell’ateneo veneto non si è fatta attendere.
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“L’Università di Padova, attraverso la sua rettrice e in numerose forme, ha espresso il suo cordoglio per la morte di Giulia Cecchettin, laureanda dell’ateneo, e si è schierata contro la violenza sulle donne. – si legge nel testo della petizione – Solo a parole, però, perché nei fatti un suo importante membro, l’avvocato Giovanni Caruso, professore ordinario di Diritto penale, ha assunto la difesa del suo assassino (reo confesso) Filippo Turetta. Se davvero l’Università di Padova è vicina alle donne vittime di violenza e vuole sostenere questa lotta, si renda estranea alla difesa di chi ha commesso un omicidio efferato e la cui colpevolezza è indubitabile. Non si può stare al tempo stesso con le vittime e con i carnefici! Caruso rinunci alla difesa di Turetta o, in caso contrario, l’Università di Padova si esprima pubblicamente, dissociandosi dalla scelta totalmente inopportuna del professor Caruso”.

La replica durissima della rettrice dell’Università di Padova
“Siamo arrivati a un corto circuito per un Paese democratico. -questa la replica durissima di Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova – Nel nostro Stato tutti hanno diritto alla difesa, compreso il signor Turetta. Oltretutto l’Università mai potrebbe dire al professor Caruso, bravissimo docente che esercita anche la libera professione, se può o meno tenere la difesa di qualcuno”.
Le fa eco il Consiglio direttivo dell’associazione italiana dei professori di diritto penale, secondo cui “la difesa che sta esercitando Caruso, legittimamente, non può far dubitare della condivisione civica ed etica del contrasto alla violenza di genere che noi, come docenti di diritto penale, sviluppiamo nella didattica”.
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