
Un recente sviluppo nel caso dell’assalto al gazebo della Lega, avvenuto nel 2017, ha portato a una svolta significativa. Ilaria Salis, una donna di 39 anni, precedentemente incarcerata in Ungheria, è stata assolta dalle accuse di violenza privata e danneggiamento in relazione all’evento.
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Ilaria Salis e il gazebo: cercò di impedire l’assalto
Il video cruciale, datato 18 febbraio 2017, mostra chiaramente Ilaria Salis, identificabile dallo zaino rosa, in una luce completamente diversa da quella presentata in precedenza. Secondo la giudice Maria Letizia Borlone del Tribunale di Monza, che ha emesso la sentenza di assoluzione il 1 dicembre 2023, Salis non solo non ha partecipato all’assalto, ma ha attivamente cercato di impedirlo.
Nel video, al minuto 00.19, si vede Salis mettere il braccio dietro la schiena di un giovane che aveva appena rovesciato la bandiera della Lega, quasi come per invitarlo a lasciare la scena. La sentenza sottolinea che nessuno degli imputati, incluso Salis, ha partecipato o incoraggiato in alcun modo l’azione delittuosa commessa da altri membri del corteo.
Questa svolta nel caso ha suscitato un ampio dibattito sulla responsabilità individuale e collettiva nelle proteste, oltre a mettere in luce l’importanza delle prove video nella giustizia penale. Il caso di Ilaria Salis, una volta vista come partecipante attiva nell’assalto, ora emerge come un esempio di malinteso e giudizio affrettato.
La decisione del tribunale di Monza apre un nuovo capitolo nel dibattito sui diritti civili e sulla giustizia, mettendo in risalto la necessità di un’analisi accurata e imparziale delle prove prima di formulare accuse. Nel frattempo, Ilaria Salis, dopo aver passato nove mesi nelle carceri ungheresi, può finalmente tornare alla sua vita, libera da un’accusa che ora si sa essere infondata.