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Bonus mamme lavoratrici, decontribuzione sbloccata: parte la circolare

Pubblicato: 01/02/2024 19:54

L’ Inps ha finalmente emesso le tanto attese istruzioni operative per attivare il “Bonus mamme“, una misura introdotta dalla legge di Bilancio 2024 per sostenere le madri lavoratrici. Dopo un inizio d’anno in sospeso, senza la concreta applicazione del bonus nel cedolino di gennaio, l’Inps ha rassicurato che quanto dovuto sarà recuperato, segnando un importante passo verso lo scongelamento della decontribuzione.

Il “Bonus mamme” prevede un esonero totale dalla contribuzione previdenziale per le lavoratrici madri di tre o più figli, fino a un massimo di 3.000 euro annui, riparametrati su base mensile. Questa agevolazione è applicata alla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026. Significativamente, per il 2024, il bonus è esteso sperimentalmente anche alle madri di due figli, entro il limite del decimo anno di età del figlio più piccolo.

A chi è destinato il bonus mamme: penalizzate le famiglie “a figlio unico”

Questa misura è indirizzata a tutte le lavoratrici dipendenti, sia nel settore pubblico che privato, inclusi l’agricoltura, la somministrazione e l’apprendistato, purché con contratto a tempo indeterminato. Restano escluse le lavoratrici domestiche. L’esonero contributivo è riconosciuto a partire dal mese di gennaio 2024 per chi possiede i requisiti da quel momento, estendendosi fino al mese in cui il figlio minore compie diciotto anni, o, in caso di nascita del secondo figlio nell’anno corrente, dal mese di nascita fino al decimo anno di età del bambino.

L’Ufficio parlamentare di Bilancio, analizzando la misura, ha evidenziato che le lavoratrici madri beneficeranno complessivamente di una riduzione dei contributi di circa 1,5 miliardi di euro. Di questi, circa 790 milioni derivano dalla decontribuzione generalizzata, mentre il resto è attribuibile specificamente al “Bonus mamme“. Quest’ultimo sostegno si rivolge per circa il 57% a lavoratrici con redditi inferiori ai 35.000 euro annui, mentre il 43% beneficerà lavoratrici con retribuzioni superiori.

Con l’attivazione del “Bonus mamme”, l’Inps non solo fornisce un concreto sostegno finanziario alle madri lavoratrici ma invia anche un segnale positivo sulla valorizzazione del ruolo delle donne nel mondo del lavoro e nella società. La misura rappresenta un passo importante verso la promozione di politiche di conciliazione tra vita professionale e familiare, offrendo alle madri maggiori opportunità di mantenere la propria carriera senza penalizzazioni economiche legate alla maternità.