“Mi ha palpeggiata!”, accusa un’agente immobiliare di sessant’anni. “È stato tutto un equivoco” ribatte l’uomo, un pittore sessantaduenne. “Da quando sono adolescente, per via di un trauma, ho una grave disfunzione al braccio sinistro che mi impedisce di muoverlo del tutto. E che costringe la mano, atrofizzata, a una posizione ad “ artiglio”. Così si difendeva in aula il pittore dalla “mano morta che ora è stato condannato a un anno e quattro mesi di carcere per violenza sessuale.
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La lesione alla mano protagonista di varie perizie
L’uomo, di 72 anni, si era difeso sostenendo di avere un problema al braccio sinistro, per via di un vecchio incidente, che gli rendeva impossibile muovere a pieno la mano. Erano per questo state disposte consulenze, sia da parte della pm Chiara Canepa, sia dalla giudice Odilia Meroni, per stabilire l’entità del deficit e se fosse possibile per lui compiere il gesto del palpeggiamento. La lesione alla mano era palese e comportava per lui una posizione delle dita tenute ad “artiglio”.
La donna, assistita dall’avvocato Antonio Borello, ha raccontato in aula: “Già al primo incontro l’uomo avrebbe avanzato apprezzamenti. Io non mi ero sentita tranquilla entrando in quella casa. Quando siamo arrivati in camera mi sono ritrovata stretta in uno spazio tra il letto e l’armadio. Lui era alle mie spalle e mi ha proprio palpeggiato. Mi sono spaventata e ho reagito immediatamente dandogli un colpo e gridandogli ‘porco’”.
Ma la vittima non ha saputo specificare se la mano, nel momento della violenza, fosse chiusa o aperta. Da allora la sessantenne non è più andata a visitare case da sola, ma ha scelto di essere sempre accompagnata da qualcuno. La giudice ha disposto anche un risarcimento per la vittima di 7500 euro.
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