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Processo a Ciro Grillo, le 1400 domande a cui ha dovuto rispondere Silvia: “È stata collaborativa durante l’amplesso?”

Pubblicato: 01/02/2024 10:56
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Nel tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna, è in corso il processo per presunto stupro di gruppo contro Ciro Grillo e tre suoi amici: Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Il branco è accusato di aver abusato di una ragazza norvegese nella villa sarda del figlio di Beppe Grillo nell’estate del 2019. Silvia, questo il nome di fantasia della loro accusatrice, ha dovuto rispondere finora in aula a circa 1400 domande. Molte delle quali assolutamente imbarazzanti.
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Domande imbarazzanti per Silvia

“Quando l’ha presa per i capelli ha usato una mano o tutte e due?”, “I pantaloncini erano elasticizzati?”, “Come hanno fatto a sfilarle gli slip e i pantaloni insieme?”. Queste sono soltanto alcune delle domande a luci rosse a cui Silvia ha dovuto rispondere in tribunale. Lei si è giustificata affermando di essere svenuta e di non essere stata in grado di difendersi a causa dell’alcool.

Gli avvocati della difesa le hanno anche chiesto se le fosse mai capitato in precedenza di andare a dormire a casa di qualcuno appena conosciuto. Silvia ha negato. E allora i legali di Grillo e degli altri imputati hanno mostrato un nuovo video, inviato dalla giovane all’amica A., il 5 settembre 2019, in cui racconta un’altra esperienza sessuale “non consenziente” con un “amico”: “È un deficiente di m… della Norvegia che ho conosciuto in discoteca una volta, avevo bisogno di un posto dove dormire e questo qua mi ha preso una mano e si è quasi fatto una s… da solo perché è così sfigato che non gliela davo nemmeno… lo odio […]credo abbia una ragazza, un qualcosa, una scopamica […] quando metto qualcosa di figo su Instagram mi aggiunge sto sfigato e inizia a flirtare con me dicendo ‘non vedo l’ora di smash you’. Gli devi dire che ti ho informato delle sue dimensioni”, consiglia all’amica che a sua volta se ne vuole liberare.

Poi le viene chiesto del presunto stupro in Norvegia avvenuto nel 2019: “È successo che mentre io stavo dormendo, lui mi ha penetrato e quando poi mi sono svegliata, mi sono accorta che ero da un lato, mi facevano tanto male le parti intime, ho provato a girarmi e lui mi ha coperto il volto e poi l’ho visto finire sul sacco a pelo”.

I video mostrati in aula

Durante l’udienza di ieri, inoltre, sono stati trasmessi in aula i tre video della presunta violenza in Sardegna, della durata rispettivamente di 6, 11 e 25 secondi, dopo che la ragazza ha negato di essere stata “collaborativa” durante il rapporto sessuale. Filmati che la smentiscono. Infatti nelle immagini la ragazza sembra partecipare attivamente al rapporto. “Tu ti reggevi con le mani oppure utilizzavi le mani per fare altro?”, le ha domandato la pm Laura Bassani.

Questa invece la prima denuncia di Silvia: “Mi afferravano per i fianchi rimettendomi in posizione di quadrupede […]. Non so chi abbia iniziato, io vedevo con la coda dell’occhio che erano tutti vicini e che erano tutti nudi, sentivo che si chiamavano per nome tra di loro, e si dicevano ‘ora tocca a me, dai spostati’, e sentivo che si davano il cambio. Dalla posizione in cui mi trovavo non riuscivo a vederli in faccia […] riconoscevo che c’erano tre persone dietro di me perché vedevo le loro gambe e riconoscevo le voci di Francesco, Ciro ed Edoardo”. Ma i video trovati nei telefonini degli imputati smentiscono decisamente questa versione. Infatti la ragazza nel filmato più lungo non è a carponi, ma è supina e quindi perfettamente in grado di riconoscere i suoi presunti stupratori.

Così poi Silvia si sfogava con le amiche: “La sfiga madornale è il fatto che magari mi faccio gente in diverse serate, poi me le ritrovo lì, tutti insieme allo stesso tavolo e son tipo ‘Ah guarda il gruppetto che mi sono fatta a luglio’, magari, o a giugno o a marzo, sempre così, ma che cazzo di sfiga”.
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