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Stupro di gruppo a Catania, il racconto della tredicenne: “Un incubo”

Pubblicato: 04/02/2024 09:38

Il racconto shock della tredicenne stuprata il 30 gennaio a Catania. L’intervento della premier Meloni, in visita in città per la Gigafactory. “Io e il mio ragazzo passeggiavamo tranquilli nella villa quando ci hanno accerchiati. Prima hanno iniziato a toccarmi, io gli dicevo di lasciarmi stare, anche il mio fidanzato che ha 17 anni gliel’ha detto non so quante volte. Allora abbiamo provato ad allontanarci, ma quelli ci hanno afferrato”. È accaduto tutto alle 19.30 nella Villa Bellini, in pieno centro nel capoluogo di provincia siculo. Per la violenza di gruppo, i carabinieri hanno fermato sette egiziani. Quattro maggiorenni, tre minorenni, di età comprese tra i 15 e i 19 anni. La vittima ha riconosciuti i due minori che l’hanno stuprata. Uno dei fermati è stato decisivo per l’individuazione degli altri.
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Il racconto della ragazza stuprata a Catania, 13 anni, è drammatico. “Due hanno afferrato me altri hanno preso il mio ragazzo. E ci hanno portati nei bagni della villa. È stato un incubo, non c’era nessuno a quell’ora. Io cercavo di liberarmi, anche il mio ragazzo provava a divincolarsi. La coppia non ha potuto nulla contro i sette aggressori. Due dei minorenni fermati hanno violentato lei, mentre gli altri immobilizzavano il ragazzo e lo costringevano a guardare. “Lui urlava, si disperava”.
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La fuga della coppia

In questa situazione concitata, continua la tredicenne, i due sono riusciti a divincolarsi e scappare. “Siamo arrivati in via Etnea per chiedere aiuto. Alcuni passanti ci hanno soccorso, gli abbiamo detto cos’era accaduto. E hanno telefonato subito al 112, è arrivata pure un’ambulanza”. Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, ha guidato l’indagine che si è conclusa in una giornata. I carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Piazza Dante e della stazione di Piazza Verga hanno individuato e fermato i sospettati.
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L’individuazione del branco

Uno dei ragazzi fermati ha deciso di collaborare e ha segnalato i membri del branco, inoltre le vittime hanno riconosciuto i loro aggressori. La ragazza, in particolare, è riuscita a riconoscere i due minorenni autori materiali dello stupro. Venerdì pomeriggio i provvedimenti di fermo emessi dal tribunale e dalla procura dei minorenni. Dalle due procure è arrivato anche un comunicato congiunto. “Tutti gli stranieri si trovavano sul territorio nazionale poiché entrati in Italia da minorenni, e in forza della legislazione vigente, erano stati accolti in strutture. In ragione della minore età vige il divieto di espulsione con la possibilità del rilascio da parte della questura del permesso di soggiorno fino al compimento della maggiore età”. Tutti i ragazzi erano in una struttura di accoglienza da circa un anno. Uno dei minorenni individuati ha tentato una fuga, ma ieri mattina, sabato 3 febbraio, è tornato nella struttura per recuperare alcuni vestiti, ma è stato fermato dai carabinieri.

La dichiarazione di Meloni: “Molto colpita dall’accaduto”

I fatti si sono svolti in concomitanza di due importanti eventi per Catania: i festeggiamenti per il giorno di Sant’Agata, e la presenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in visita alla Gigafactory Enel, che possiede un grande impianto fotovoltaico. “Mi ha colpito la notizia della tredicenne vittima di violenza e il fatto che sia avvenuta nel giorno in cui si celebra una martire della fede cristiana. Sono vicina alla famiglia, alla ragazza, al fidanzato. Voglio dire loro che lo Stato ci sarà e che sarà fatta giustizia”

Anche i familiari delle vittime ribadiscono: “Per questo abbiamo denunciato subito”. Il magistrato titolare dell’inchiesta, Sebastiano Ardita, dichiara: “La normativa sul codice rosso è all’avanguardia, ma bisognerebbe snellirla di quegli adempimenti burocratici che finiscono per uniformare tutte le denunce, quelle per una lite fra coniugi e quelle riguardanti violenze sessuali. Tanti adempimenti burocratici che finiscono per rallentare di fatto le indagini vere”.

I legali d’ufficio rinunciano al mandato

La situazione legale dei giovani accusati è complessa. I difensori nominati d’ufficio hanno rinunciato al mandato. Contro di gli indagati, anche le prove dei rilevamenti scientifici effettuati dai carabinieri Ris di Messina, che hanno isolato alcune tracce biologiche, risalendo al profilo genetico di uno dei minori che ha violentato la tredicenne.

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2024 13:10