
A poco più di otto mesi dalla Presidenziali americane Biden e il partito democratico sono davanti ad un bivio. Continuare sul vecchio e stanco Biden, quasi certamente perdente contro un non giovane ma aggressivo Trump? Oppure cambiare subito cavallo prima che sia impossibile lanciarlo? E nel caso chi?
Ad oggi se si vuole controbilanciare Trump c’è una sola scelta, e potrebbe essere una contro danza di origine coloured. Biden potrebbe dimissionare la incompetente ed inconsistente Kemala Harris come vice presidente ed introitare Michelle Obama, capace invece di riportare gli afroamericani al voto. E potrebbero ribaltare il ticket con Biden a fare da vice anziano, bianco, cattolico, da veterano di supporto. Perché i bianchi della working classe, la Belt America, le chiese battiste sono in gran parte trumpiane, e quindi i democratici non possono vincere solo con la progressista California o con Taylor Swift ed i Kansas City Chiefs. Devono mettere in campo una minoranza compatta ed agguerrita, ed oggi l’unica che può parlare a questa gente in maniera diversa ma concreta e Michelle Obama. È l’unica che ha lo standing per raccogliere fondi, per comunicare, per rappresentare.
Andare con il biondo russo Trump allo scontro con Biden per i Democratici sarebbe una debacle. Se poi oltre alla signora Obama trovassero un ministro del tesoro ed uno degli esteri all’altezza magari c’è la farebbero. In caso contrario saremmo con i cosacchi di nuovo a Berlino, ottant’anni dopo.