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Strage Palermo, parla la 17enne fermata per omicidio: “Era giusto farlo, ho fatto del bene”

Pubblicato: 17/02/2024 08:25

C’è una svolta nelle indagini sulla strage di Altavilla Milicia, nel palermitano, in cui sono stati torturati e uccisi Alessandra Salamone e i figli Kevin ed Emanuel.
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La superstite, la figlia 17enne primogenita di Giovanni Barreca, autore del triplice omicidio, ha partecipato alle torture dei riti di purificazione”. A rivelarlo, durante la conferenza stampa, convocata per illustrare i dettagli della strage, è il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio. La figlia del muratore di è stata fermata il 14 febbraio scorso per omicidio dalla Procura dei minori. Il fermo è stato convalidato dal gip che ha disposto la custodia cautelare in carcere. E la confessione che ha fornito spontaneamente dopo il fermo, è da brividi: “Li ho uccisi anche io. E lo rifarei. Credo in dio e nei demoni. Il diavolo era entrato in casa. Era nei miei familiari”.

L’accusa per la 17enne, è omicidio plurimo e soppressione di cadavere, quello della madre.
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La terribile confessione

Secondo una prima ricostruzione, i fratelli sarebbero stati strozzati, mentre il corpo della moglie di Barreca è stato trovato carbonizzato. I resti della donna erano stati coperti con pietre e sterpaglie nel giardino. Secondo quanto riferito dal Procuratore, le torture fisiche sarebbero iniziate nell’ultima settimana “da quando i ragazzini non sono più andati a scuola”.

La madre pare sia stata “uccisa prima, forse, perché si sarebbe opposta alle torture ai propri figli”. Nella villetta di Altavilla Milicia sono state ritrovate catene, arnesi da camino e fili elettrici, oggetti con cui sarebbero stati utilizzati per colpire le vittime, sequestrati dai carabinieri. Ma c’è un dettaglio ancor più inquietante: alla 17enne la madre ha chiesto di chiamare i carabinieri. Lei non lo ha fatto.

“La minore ha riferito che presso la sua abitazione vi erano, già da anni, dei demoni ritenuti responsabili di alcuni accadimenti relativi a componenti della sua famiglia e della necessità di scacciarli, sia dalla madre che dal piccolo Kevin, particolarmente legato alla mamma e quindi ‘abitato’ dalle stesse figure demoniache”, hanno ricostruito gli inquirenti. La ragazza ha ripetuto agli investigatori che “era giusto” farlo. “Per liberarli dal demonio”, ha detto. “Avevano ragione loro, abbiamo fatto del bene“, ha aggiunto. I riti di purificazione sono iniziati a febbraio. Perché “dovevamo liberare mia madre e i miei fratelli dal demonio”.

I due complici

Manfredi Lanza, che indaga come pm sulla strage, ha spiegato che “Giovanni Barreca e i due conviventi Sabrina Fina e Massimo Carandente si sono conosciuti sui social network. La coppia di palermitani era in casa al momento del triplice omicidio. La villetta era frequentata solo da loro oltre che dalla famiglia”.

“I due conviventi sono stati fermati a Palermo la mattina dell’11 febbraio all’interno della loro abitazione dove sono arrivati il 10 febbraio”, ha spiegato il comandante della Compagnia dei carabinieri di Bagheria Francesco Battaglia. Secondo quanto emerso in conferenza stampa, Barreca ha chiamato i militari all’una di notte di domenica confessando il terribile omicidio.
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Ultimo Aggiornamento: 18/02/2024 12:35

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