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Terremoto, torna a tremare la terra in Emilia-Romagna: tre scosse

Pubblicato: 19/02/2024 19:54

Per qualche ora, i residenti dell’Emilia-Romagna e in particolare della zona recentemente interessata da alcuni terremoti avevano tirato un sospiro di sollievo. Poi la terra è tornata di colpo a tremare, spaventando centinaia di famiglie. Intorno alle 19 del 19 febbraio, infatti, sono state registrate tre scossi a distanza ravvicinata l’una dall’altra: la prima di magnitudo 3 a Calestano alle 19:07. La seconda di magnitudo 2.4 a Felino alle 19:23 e terza alle 19:25 di 3.2 a Langhirano.
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Si tratta dell’ennesimo terremoto prodotto da uno sciame che da giorni sta spaventando i residenti nelle colline di Parma. L’epicentro, come già in altre occasioni, è stato registrato nella zona tra Calestano e Langhirano.

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) aveva già registrato, alle ore 14 del 9 febbraio, un totale di 121 terremoti, con una magnitudo massima di 4.2 e una profondità dell’ipocentro mediamente stimata attorno ai 20 chilometri. Questa zona dell’Appennino settentrionale, caratterizzata da una fascia di alta pericolosità sismica, è nota per ospitare sequenze sismiche di questo genere. Gli esperti ricordano che, sebbene la maggior parte delle volte questi sciame sismico si esaurisca in pochi giorni o settimane, non è escluso che, in presenza di eventi di particolare intensità, la durata possa estendersi ulteriormente.

Risalendo alla storia sismica della regione, eventi analoghi hanno già messo a dura prova il territorio. Un esempio notevole è il terremoto del 4 marzo 1898, che raggiunse una magnitudo di 5.4 provocando danni classificati tra il 7 e l’8 grado della scala Mcs (Mercalli-Càncani-Sieberg), interessando anche Langhirano e facendosi sentire in gran parte del nord Italia. Più recentemente, nel maggio del 2020, un’altra sequenza sismica con epicentro a Felino, uno dei comuni attualmente coinvolti, aveva rivelato un meccanismo focale di faglia inversa, coerente con lo stile tettonico dell’area, caratterizzato da un processo di raccorciamento.

Questi episodi sismici richiamano l’attenzione sulla necessità di adottare misure preventive e di preparazione alle emergenze, soprattutto in aree con elevata pericolosità sismica come quella dell’Appennino settentrionale. La comunità locale e le autorità sono invitate a mantenere un alto livello di vigilanza e a seguire attentamente gli aggiornamenti forniti dagli esperti e dall’INGV.

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Ultimo Aggiornamento: 20/02/2024 13:46

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