
Sarà il tribunale di Washington a stabilire se il principe Harry sia entrato “illegalmente” o meno negli Stati Uniti. Ad avviare la causa è stata la Heritage Foundation, un think tank ultra-conservatore, che chiede al Dipartimento per la Sicurezza Interna del governo di rendere pubblica la documentazione che riguarda il visto concesso al figlio di re Carlo III.
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L’origine della vicenda giudiziaria
All’origine dei fatti, ci sono le rivelazioni fatte dallo stesso Harry, nel suo libro di memorie «Spare», dove ha ammesso di aver assunto cocaina, marijuana e funghi allucinogeni: ma se questo è vero, sostengono alla Heritage Foundation, in base alle leggi americane gli avrebbero dovuto negare il visto. Di qui, ricorda il Corriere della Sera, la causa per ottenere la pubblicazione dei relativi documenti, definiti «di immenso pubblico interesse»: perché o Harry ha mentito quando ha risposto alle domande per ottenere il visto oppure il governo americano ha deciso di chiudere un occhio. Nella prima udienza a Washington, gli avvocati del governo hanno provato a sostenere che non si può prendere per oro colato tutto quello che Harry ha scritto nel suo libro, che magari è stato «abbellito» per vendere di più: un argomento definito «ridicolo» dalla Heritage Foundation: «Questo è il suo libro, non ha mai negato niente di quello che c’è scritto, incluso l’esteso uso di droghe». Al contrario, fanno notare dal think tank, Harry «ha volontariamente ammesso per iscritto numerose violazioni riguardo sostanze proibite: e ciò nonostante il fatto che sia ampiamente noto che tali ammissioni possono avere conseguenze avverse sull’immigrazione dei non-cittadini».
Infatti, ad esempio, alla celebre cuoca televisiva britannica Nigella Lawson è stato negato l’ingresso negli Usa perché in passato aveva fatto uso di droghe. Un’altra ipotesi, definita «certamente plausibile» dagli avvocati del governo americano, è che Harry abbia usufruito di un visto diplomatico in quanto «è ancora un funzionario del governo britannico per nascita e titolo». Ma dalla Heritage Foundation hanno definito questa suggestione «assurda» e «interamente anomala», perché «il mondo intero sa che lui non è un reale in servizio». Se il principe avesse davvero utilizzato questo canale, la cosa chiamerebbe in causa lo stesso governo di Londra.
Gli Stati Uniti “troppo stretti”soffocanti per Harry
A quanto pare, l’’atmosfera in America comincia a diventare soffocante per Harry: e una possibile vittoria di Donald Trump alle elezioni non lascia presagire nulla di buono per lui. Secondo il tycoon repubblicano, Biden è stato «troppo benevolo» verso il principe: «Non lo proteggerei – ha detto Trump -. Ha tradito la regina, è imperdonabile. Lo abbandonerei a sé stesso, fosse per me». Si comincia a capire, forse, perché Harry manda segnali di riconciliazione verso la sua famiglia: c’è la malattia del padre, certo, ma magari prima o poi ci sarà bisogno di darsi alla fuga da un Paese sempre più ostile.