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Il Prof Messina e il furto di futuro ai giovani siciliani: la bomba arriva alla politica

Pubblicato: 06/03/2024 16:04

Il caso è stato scoperto grazie all’intuito e alla tenacia di una giovane cronista palermitana, Giada Lo Porto, coetanea dei ragazzi truffati dal fantasmagorico prof. Totò Messina, magnifico, oltre che immaginifico, Rettore dell’Università di Goradze in Bosnia, che rilasciava titoli universitari addirittura in medicina. Perché medicina? Perché potere accedere al ristretto numero chiuso di queste facoltà è difficilissimo, e crea un mercato di corsi di preparazione o università parallele dove iscriversi per poi tentare il passaggio in università italiane o l’equipollenza del titolo di studio. Un enorme foro Boario in cui i vitelli sono i ragazzi e le loro famiglie, spremuti e tosati in barba al diritto allo studio sancito in Costituzione ed anche dalle leggi regionali. In questo Bosnia/gate nessuno è al di fuori, anzi sono tutti dentro appassionatamente, nonostante imbarazzi e distinguo. Rettori, Assessori, burocrati, professori universitari, ordini professionali, tutti alla corte del Magnifico Totò Messina, già autore di distrazione di soldi alle Bahamas della formazione finanziata in Sicilia dall’Europa. La sede delle società del prof. Messina, che chiamandosi Totò vendeva la Fontana di Trevi a tutti, a famiglie che pagavano, ed al mondo accademico che incassava docenze per favorirlo, erano situate presso lo Studio Pinelli a Roma, che ne era fiduciario. Nello stesso studio c’è il Presidente della Regione Schifani, che ora vuole vederci chiaro e ordina un’inchiesta regionale.
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Forza Italia, l’ispezione e un Presidente Schifani in evidente difficoltà

Nel frattempo Forza Italia, per mano della senatrice Ternullo, presenta un’interrogazione parlamentare al Ministero della Ricerca. Praticamente FI chiede un’ispezione che mette in imbarazzo un suo Presidente di Regione. Ora tutti vogliono sapere quanto è profonda la chiazza di maleodorante sostanza, tutto sa di truffa con i loghi e gli accrediti istituzionali, che ruba speranze di futuro ai giovani siciliani. Buona parte di loro già non studia più in Sicilia, al limite la laurea breve, e molti studiano direttamente all’estero per sfiducia nelle università siciliane. Certo se questo è il valore morale delle università è ovvia la fuga dei cervelli. Tra l’altro perplime che quando una iniziativa molto più seria, di insediamento in Sicilia di una università regolare rumena, venne portata avanti dal mitico Vladimiro Crisafulli ad Enna tutti gli atenei siciliani attaccarono questa iniziativa. Al contrario, forse, del Prof. Messina l’ultimo dei comunisti di rito democristiano, Mirello, non prometteva prebende ai nostri avidi, pare, professori siciliani, e per questo lo demonizzavano. Che le istituzioni universitarie e politiche diventino complici di furto di futuro delle nuove generazioni è sintomatico del livello da terzo mondo in cui sta sprofondando la Sicilia. Un’isola che ha un emigrazione giovanile spaventosa. Vorremmo vedere il contrario davanti a tutto ciò. 

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