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Ucraina furiosa con Papa Francesco: nella seconda guerra mondiale nessuno si è arreso a Hitler

Pubblicato: 10/03/2024 10:56

L’ambasciata ucraina presso la Santa Sede ha espresso una forte reazione alle dichiarazioni di Papa Francesco, che aveva suggerito, in un’intervista alla televisione svizzera, la necessità di riprendere le trattative con la Russia per mettere fine al conflitto. Sottolineando l’importanza della coerenza, l’ambasciata ha invocato un parallelo storico: “È molto importante essere coerenti! Quando si parla della terza guerra mondiale, che abbiamo ora, è necessario imparare le lezioni dalla seconda guerra: qualcuno allora ha parlato seriamente dei negoziati di pace con Hitler e di bandiera bianca per soddisfarlo? Quindi la lezione è solo una: se vogliamo finire la guerra, dobbiamo fare di tutto per uccidere il Dragone!”.
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Questo appello alla coerenza e alla determinazione si fa eco delle parole di Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, che durante una visita pastorale a New York ha affermato: “L’Ucraina è ferita ma imbattuta. L’Ucraina è esausta, ma resta in piedi. In Ucraina nessuno ha la possibilità di arrendersi! E tutti quelli che guardano con scetticismo alla nostra capacità di stare in piedi, diciamo: venite in Ucraina e vedrete!”.

Queste affermazioni sottolineano la ferma posizione dell’Ucraina di non cedere di fronte all’aggressore, richiamando alla memoria le lezioni apprese dalla storia e la necessità di un approccio deciso e coerente per affrontare i conflitti globali attuali.

Segue la reazione della comunità di Kiev in Italia alle parole di Papa Francesco, che hanno suscitato disappunto tra gli ucraini. Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione cristiana degli ucraini in Italia, ha descritto le dichiarazioni del Papa riguardo al “coraggio di alzare la bandiera bianca” e alla necessità di “negoziare quando vedi che sei sconfitto” come “sconvolgenti” e “profondamente offensive”. Horodetskyy ha enfatizzato l’inaccettabilità di arrendersi al “male” e al “peccato” rappresentati oggi dalla Russia di Vladimir Putin, sottolineando il sacrosanto dovere di difendere la propria vita e la propria casa.

In un momento critico, con gli aiuti americani bloccati e l’Ucraina a rischio di isolamento, le parole del Pontefice sono percepite come un ulteriore colpo al morale del popolo ucraino. La comunità ucraina in Italia si aspetta dal Papa una condanna delle azioni russe e un invito a Putin a cessare l’aggressione, auspicando un ruolo del Papa come promotore di una pace giusta e non come alleato morale dell’aggressore.

Oles Horodetskyy conclude sottolineando l’importanza delle parole del Pontefice e l’esigenza di usarle con “molta prudenza e responsabilità”, per non danneggiare la Chiesa di Cristo e la fede dei suoi devoti, evidenziando la complessità dell’intersezione tra fede, politica e crisi umanitarie in un contesto di crescente tensione internazionale.

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2024 10:57